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L'annuncio

Unioni civili nello sgabuzzino, il Comune di Stezzano (condannato) rinuncia al ricorso

Il caso scoppiò nel 2016 con l'amministrazione leghista. Ora il nuovo sindaco Tangorra pone la parola fine: "La condanna fu ineccepibile"

Cala il sipario sulla vicenda delle unioni civili nello sgabuzzino del Comune di Stezzano. Il fatto era salito agli onori della cronaca quattro anni fa, quando la Giunta a guida Lega/Forza Italia aveva relegato la celebrazione dell’unione civile di una coppia a una stanza angusta sul retro dell’ufficio anagrafe, invece dell’ampia sala di rappresentanza riservata ai matrimoni civili.

La coppia aveva poi fatto ricorso e si era unita formalmente durante una celebrazione officiata dal capogruppo di Stezzano Bene Comune, unico consigliere ad aver fornito la disponibilità.

Il provvedimento, che stabiliva una discriminazione a danno delle coppie gay, violando la legge Cirinnà, era stato infatti annullato dal TAR. Il Comune era stato così condannato a sborsare, tra rimborso delle spese di giudizio e compenso al proprio legale, una cifra di circa 12mila euro, ma aveva annunciato ricorso.

Nel frattempo a Stezzano, con le elezioni del 2019, è cambiata la maggioranza e la nuova amministrazione guidata da Simone Tangorra di “Stezzano futura”, ha rinunciato al ricorso al Tar, ponendo di fatto la parola fine sulla vicenda.

L’annuncio arriva dai legali di Rete Lenford, l’associazione di avvocati che si batte per i Diritti LGBTI: “Nell’ottobre del 2016, dopo la promulgazione della legge sulle unioni civili, G e G si rivolsero al Comune di Stezzano per ufficializzare la loro relazione decennale. Un’impiegata dell’ufficio dell’anagrafe mostrò loro dove avrebbe dovuto tenersi la cerimonia: uno sgabuzzino che l’amministrazione aveva individuato a quel fine.

G e G non accettarono quell’affronto e si rivolsero ad Avvocatura per i Diritti LGBTI – Rete Lenford che li assistette nel giudizio innanzi al TAR Lombardia, terminato con l’annullamento delle disposizioni comunali che prevedevano la costituzione delle unioni in una sala diversa da quella destinata alla celebrazione dei matrimoni e con la condanna del Comune al pagamento delle spese processuali.

Oggi, ad amministrazione mutata, il Comune di Stezzano ha rinunciato all’impugnazione proposta nei confronti della decisione del TAR. Possiamo quindi considerare questa vicenda conclusa. Resta quale precedente il contenuto del disposto di quella importante decisione che ha restituito pari dignità alle coppie omosessuali, oggi divenuta definitiva”.

Il sindaco Tangorra conferma la decisione presa: “La scelta è nata da una mozione di due consiglieri di maggioranza, tra l’altro da me condivisa. Abbia così rinunciato a proseguire, anche perchè riteniamo ineccepibile la condanna del Tar”.

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