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Recovery fund

Misiani: “Ben 209 miliardi in arrivo, ma stavolta dobbiamo saperli spendere”

Il vice ministro all'economia spiega come l'Italia si deve muovere per utilizzare al meglio i fondi europei. E su Salvini e Orio: "Lavoriamo per aiutare tutto il sistema aeoportuale"

“Bene il Next Generation Eu approvato a Bruxelles: l’Italia è il primo beneficiario del piano. Ben 209 miliardi nei prossimi sette anni ma ora dobbiamo essere pronti ad utilizzare queste risorse al meglio per migliorare l’Italia. Sì, dobbiamo correre e fare in fretta”.

Antonio Misiani, senatore di Bergamo per il Partito Democratico e vice ministro all’economia, non nasconde la soddisfazione del risultato ottenuto a Bruxelles, ma subito elenca gli obiettivi da raggiungere: “Rilanciare la nostra economia, fare ripartire gli investimenti pubblici e modernizzare il nostro Paese. Come? Con la digitalizzazione, la transizione ecologica, la riduzione delle disuguaglianze sociali, territoriali e di genere. Noi stiamo stendendo il piano nazionale della ripresa e della resilienza che individuerà i progetti da realizzare con i fondi del recovery fund”.

Quando arriveranno questi soldi?

Nella seconda parte del 2021, dovremo impegnare tutte queste risorse entro il 2023 e spenderle entro il 2026. I tempi sono molto accelerati rispetto a quelli a cui siamo abituati nel nostro Paese, quindi dovremo correre come amministrazioni centrali e locali, per usare queste risorse per modernizzare profondamente il nostro Paese. Penso a interventi come il rifacimento della rete idrica, le ferrovie ad alta velocità, la cablatura, l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati,  la riqualificazione della rete ospedaliera. Con quei soldi noi abbiamo la possibilità non solo di recuperare quanto abbiamo perso durante queste emergenza sanitaria, ma di rimettere l’Italia su un percorso di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale e molto più rapido rispetto a quello che è accaduto negli ultimi vent’anni.

Potrebbe spiegare ai cittadini che cosa cambia con il Mes e quale aiuto concreto può dare al nostro sistema sanitario?

Il Mes sanitario è una linea di credito dedicata specificatamente alle spese sanitarie. È un prestito molto conveniente, dal punto di vista del Governo italiano è una buona alternativa all’emissione dei titoli di Stato. È sempre debito ma è debito più conveniente rispetto ai tassi presenti oggi sul mercato.

Perché lei è contrario all’introduzione di una patrimoniale per un solo anno come contributo covid di solidarietà?

Le tasse sui patrimoni in Italia valgono il 2,6% del Pil contro l’1,9% degli altri Paesi avanzati. I patrimoni sono già tassati e in misura superiore rispetto al altri paesi. Una misura  progressiva come quella proposta nei giorni scorsi era presente in 12 Paesi europei che pian piano l’hanno abbandonata. Oggi solamente Spagna e Belgio adottano questa imposta. È una misura che ha seri problemi applicativi, avvierebbe una fuga dei capitali che invece il nostro Paese deve attrarre. Penso ad un grande investimento sul sistema scolastico e universitario per allargare la possibilità di crescita delle nuove generazioni, penso ad una riforma dell’Irpef di cui dobbiamo consolidare il carattere progressivo, penso al mondo del lavoro dove va introdotto il salario minimo.

Che cosa ne pensa della dichiarazione dell’ex ministro Salvini di dare 50 milioni di euro all’aeroporto di Orio al Serio per le perdite subite quest’anno? È possibile prendere questa misura o è una provocazione?

Più che una provocazione, una dichiarazione estemporanea. Stiamo lavorando a una misura che aiuti tutto il sistema aeroportuale a recuperare parte delle risorse che sono mancate ai lavoratori di questo settore.

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