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Bergamo

Gori fa rimuovere il cartello choc sulla pillola “avvelenata”

In seguito alle numerose richieste di fare rimuovere il cartellone pubblicitario anti pillola abortiva e nonostante la richiesta da parte della Lega di lasciarlo

Il grande manifesto contro la pillola abortiva RU 486 che campeggiava giovedì su un muro di Bergamo non c’è più.

Il sindaco Giorgio Gori venerdì mattina ha annunciato su social di aver “fatto rimuovere i manifesti dell’Associazione Pro Vita & Famiglia contro l’uso dell’RU486 (‘Prenderesti mai del veleno?‘). Nonostante il farmaco sia sicuro e approvato dall’Aifa, i manifesti miravano a ingenerare allarme per la salute e la vita delle donne che ne facciano uso”.

Si tratta dei cartelloni choc apparsi in diverse città italiane, che paragonano la pillola abortiva RU486 a un veleno, attraverso l’immagine di una donna sdraiata a terra appena “avvelenata” da una mela che aveva morso.

La decisione del primo cittadino ha accolto e sposato le richieste di chi, come il consigliere regionale di Azione! Niccolò Carretta o come la deputata del Pd Elena Carnevali avevano stigmatizzato la “gigante falsità” del manifesto, al contrario di quanto sostenuto da un gruppo di leghisti bergamaschi che in un comunicato hanno dichiarato che “nessuno ha il diritto di fermare un cuore che batte e stroncare una vita umana, che inizia dal concepimento”.

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