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Sonno e Covid: il 34% delle persone riporta sintomi ansiosi, soprattutto donne e studenti

Senza sonno non è solo il corpo a sentirsi più stanco, ma anche la nostra mente e mai come in questa pandemia abbiamo imparato l’importanza di prendersi cura di entrambi

L’emergenza sanitaria mondiale che stiamo vivendo ha cambiato il nostro ritmo quotidiano e le nostre abitudini. Il Covid ha infatti influito notevolmente e negativamente su varie attività presenti nella nostra quotidianità. Una di queste è il sonno.

Il sonno è un’attività necessaria per l’essere umano, infatti se non dormissimo non saremmo in grado di vivere. Esso rappresenta una funzione fondamentale per l’organismo poiché consente di dare un ritmo chiaro al corpo durante la giornata, influisce positivamente sulle funzioni cerebrali, migliora l’umore e potenzia il sistema immunitario.

La qualità del nostro sonno è stata danneggiata durante la pandemia, costringendo sempre più persone a sperimentare gli effetti della deprivazione da sonno. Questo è avvenuto in primo luogo a causa della preoccupazione per la propria salute e per quella dei proprio affetti. Una preoccupazione che ha aumentato i livelli di stress e di ansia di ognuno di noi. In secondo luogo è subentrata una nuova routine, caratterizzata per lo più dall’utilizzo sistematico di dispositivi elettronici, sia a scopo di intrattenimento, sia a scopo professionale. Il rilassamento infatti risulta molto più complesso a causa della continua stimolazione del cervello e soprattutto nelle ore serali l’utilizzo di questi dispositivi può avere un impatto negativo sul sonno.

Gli schermi dei nostri pc, tablet e smartphone emettono la cosiddetta “luce blu”, la quale, avendo una lunghezza d’onda molto simile a quella solare, riesce ad ingannare la nostra ghiandola pineale. La ghiandola pineale è responsabile della produzione della melatonina, un ormone fondamentale per il nostro organismo perché stabilizza la nostra pressione arteriosa, previene l’invecchiamento delle cellule neurali e la formazione di cellule cancerogene. La sua carenza è considerata una delle cause dell’insorgere dei disturbi dell’umore e dell’insonnia.

Il sonno è da sempre oggetto e tema di interesse di diverse associazioni scientifiche e organi di ricerca. Un’indagine interessante è stata svolta da ASSIREM, un’associazione no profit che promuove una corretta educazione al sonno e che ha coinvolto nella sua ricerca un campione di 1000 persone. Essa ha evidenziato come gli individui siano andati a dormire una o due ore più tardi rispetto al periodo precedente al Covid e come, di conseguenza, il risveglio avvenga con un ritardo di una o due ore. I partecipanti hanno inoltre sottolineato il fatto che servisse loro molto più tempo per addormentarsi. A cambiare è stata anche la qualità del sonno che dagli intervistati è stata giudicata: molto buona per l’8,2%, abbastanza buona per il 39,6%, cattiva per il 50%. I soggetti hanno lamentato inoltre l’aumento dei risvegli notturni e dei brutti sogni.

Un altro studio degno di nota è stato realizzato dall’ospedale “San Raffaele” di Milano, il quale ha condotto un’indagine su un campione di 307 studenti universitari di età media 22 anni e 93 collaboratori dell’Università Vita-Salute San Raffaele di età media 37 anni. Le persone coinvolte sono state sottoposte ad un questionario online realizzato da psicologi e neurologi dell’Ospedale. Lo studio riguarda le caratteristiche del sonno ed i sintomi ansioso-depressivi nel periodo della pandemia.

I risultati confermano e integrano l’indagine sopra riportata.

Lo studio ha infatti evidenziato un aumento della percentuale di soggetti con difficoltà di addormentamento (dal 39% pre-Covid si passa ad un 55%). In aumento è stato anche il tempo trascorso a letto e uno spostamento in avanti sia dell’orario di addormentamento (40 minuti più tardi) sia dell’orario di quello risveglio (64 per gli studenti e 37 minuti per i lavoratori). Inoltre il 30% delle persone coinvolte ha riportato sintomi depressivi ed il 34% sintomi ansiosi, più presenti nelle donne e negli studenti.

Lo studio quindi ha portato alla luce la stretta relazione esistente tra cattivo sonno ed umore.

L’umore è infatti il primo fattore a subire gli effetti della deprivazione da sonno. I soggetti privati del sonno mostrano un umore molto più instabile e tendono a essere facilmente irritabili. Tra gli effetti della deprivazione da sonno vi è anche l’inibizione delle funzioni cognitive superiori quali: apprendimento, memoria e capacità decisionale. Senza sonno non è solo il corpo a sentirsi più stanco, ma anche la nostra mente e mai come in questa pandemia abbiamo imparato l’importanza di prendersi cura di entrambi. Per questo motivo ecco alcuni consigli, per migliorare il nostro sonno e la qualità della nostra vita.

I dispositivi elettronici purtroppo saranno nostri amici ancora per un po’, ma qualche accorgimento pratico può aiutarci ad evitare che questi disturbino troppo il nostro riposo. Prima di tutto bisognerebbe evitare di sedersi troppo vicino allo schermo, posizionate il computer tra i 50 e i 70 centimetri e leggermente spostato, in modo tale che non sia direttamente di fronte a voi.

Se possibile, dopo circa un’ora di attività sul pc, guardate per 10 minuti verso il vuoto. Lo schermo del vostro smartphone lasciatelo perdere.

Una o due ore prima di coricarsi, concedetevi una bella doccia o bagno caldo, contribuiscono al rilassamento dei muscoli e migliorano la circolazione sanguigna permettendo al corpo di sperimentare un senso generale di rilassamento.

Infine assicuratevi che la vostra camera sia un luogo silenzioso, buio e ben riscaldato. Lasciate da parte Netflix e caffè prediligendo una tisana e un audiolibro o qualche sottofondo rilassante.

Le notizie degli ultimi giorni, fanno sperare nella fine di questo periodo difficile, nel frattempo speriamo che i consigli questo articolo vi aiutino a sognarla sempre di più.

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