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Smart Working

Michele viscardi

Cosberg e smart working: “Verso un nuovo modello di lavoro in cui i risultati prevalgono sulle ore”

"Dal nostro punto di vista il mix delle modalità (smart e in presenza) consente di massimizzare i vantaggi e compensare gli svantaggi di ciascuna" spiega Michele Viscardi Business Development Director

Cosberg è un’azienda che progetta e costruisce macchine e impianti per l’automazione dei processi di assemblaggio. L’azienda, nata nel 1983 a Terno d’Isola in provincia di Bergamo, ancora oggi “quartier generale” del Gruppo, conta tre sedi produttive in Italia (Bergamo, Brescia, Firenze), una in Francia e filiali commerciali in Brasile e Slovenia. Con oltre 70 dipendenti, Cosberg nel 2019 ha raggiunto un fatturato di quasi 14 milioni di euro.

Di smart working in azienda abbiamo parlato con Michele Viscardi, Business Development Director di Cosberg.

Prima dello scoppio della pandemia, si stava già sperimentando lo smart working?

Il nostro core business prevede una buona parte di lavoro manuale, che non può essere eseguito da remoto. Pertanto, la presenza fisica è necessaria per molti di noi. Per le altre figure – che rappresentano circa il 60% delle risorse umane – esperienze di smart working vero e proprio non ne abbiamo mai sperimentate. Quello che, invece, pratichiamo da molti anni è il lavoro da remoto: esportando macchine in tutto il mondo siamo attrezzati e organizzati per garantire monitoraggio e controllo a distanza dei nostri impianti, per assicurare assistenza e manutenzione nonché per portare avanti le attività di programmazione e sviluppo di software da ogni angolo del pianeta. Inoltre, già da anni abbiamo digitalizzato molti processi interni che c consentono uno scambio continuo di comunicazioni e documenti sia tra uffici e reparti della sede italiana sia con le nostre filiali estere.

Come è stata strutturata l’organizzazione, in termini di smart working, prima e dopo la fase acuta del Covid?

Questa nuova modalità operativa richiede che flussi e processi aziendali siano digitalizzati. Cosberg ha iniziato questo percorso già nel 2005 e, ad oggi, può considerarsi un’azienda ad elevato livello di digitalizzazione. Pertanto, quando si è presentata l’esigenza di praticare il lavoro in smart working, abbiamo potuto contare su una struttura già accessibile e già configurata per permettere una gestione operativa “a distanza”. All’atto pratico, è cambiato il luogo di lavoro: ogni collaboratore si è ritrovato a fare da casa ciò che prima faceva in ufficio, con gli stessi strumenti e lavorando sulle stesse piattaforme. Sono bastati pochi giorni per attivare l’80% delle postazioni di lavoro. Questioni tecniche e burocratiche sono state risolte in modo rapido e snello grazie all’efficienza del reparto IT e alla creazione di una “task force” specifica – una sorta di unità d’azione – che ha agito e deciso in modo celere e determinato. La “task force”, tuttora attiva, è composta da figure professionali di diverse aree: board, amministrazione, acquisti, IT. La reattività, unita alla capacità organizzativa, ci ha permesso di offrire continuità in termini di supporto e assistenza ai clienti, di non fermare trattative e attività commerciali, oltre che di progettare e avviare alla produzione diversi impianti. Il nostro lavoro è continuato su più fronti.

Nel futuro cosa pensa che cambierà nell’organizzazione del lavoro?

Questa situazione ha dato alle aziende l’opportunità di scoprire e sperimentare tecnologie che già esistevano, ma che non venivano considerate in tutta la loro potenzialità. Sicuramente, l’esperienza fatta in questi mesi – i cui protagonisti sono stati gli strumenti digitali – ha cambiato il modo di concepire e di gestire sia i rapporti tra colleghi che quelli tra aziende, e probabilmente i flussi operativi verranno rivisti alla luce di questa nuova consapevolezza anche quando limitazioni e restrizioni cesseranno. Così come verranno sicuramente rivisti gli accordi e i contratti di lavoro. Ad esempio, fino a oggi in azienda si è optato per una delle due soluzioni: in presenza o in smart working. In futuro, la soluzione potrebbe essere ibrida tra presenza fisica e remota. Dal nostro punto di vista il mix delle modalità consente di massimizzare i vantaggi e compensare gli svantaggi di ciascuna. Perché entrambe le modalità hanno pro e contro. Ci piace pensare che questo è un primo passo verso un modello di organizzazione del lavoro in cui prevalgono i risultati rispetto alle ore di lavoro.

cosberg ok

Cosa pensano i lavoratori dello Smart working? Avete in qualche modo rilevato le loro opinioni o avete in programma di farlo?

La maggior parte di coloro che hanno lavorato in Smart working si è detta soddisfatta di questa modalità, anche se tutti hanno ammesso che, dopo un po’, il lavoro in presenza manca perché si sente la necessità della relazione e del confronto di persona. Le scelte lungimiranti che, negli anni, hanno guidato gli investimenti aziendali verso un costante aggiornamento e potenziamento delle tecnologie e delle infrastrutture di rete, hanno assicurato qualità e continuità nelle connessioni ai server Cosberg, garantendo performance adeguate e agevolando l’operatività di chi lavorava da casa. Mentre l’efficienza del reparto IT ha consentito che le comunicazioni e le condivisioni – le quali già normalmente in azienda avvengono mediante software di messaggistica istantanea e VoIP – fossero ulteriormente potenziate.

Si cercherà, come altre aziende hanno già fatto, un accordo sindacale sull’applicazione dello smart working?

Per attuare lo Smart working abbiamo attivato tutte le procedure di tutela e sicurezza previste dalle normative in essere ed abbiamo redatto un regolamento aziendale ad hoc condiviso con i nostri dipendenti. Ad oggi, un accordo sindacale potrebbe essere preso in considerazione per ufficializzare le condizioni di lavoro agile solo dove possibile e prevedibile. Ma, lo ripetiamo, il nostro core business non consente una soluzione continuativa basata sullo Smart working.

Lo Smart working incide sulla produttività. Cosa rileva dalla sua posizione?

Premesso che possiamo riferirci solo alle aree aziendali in cui è stato possibile attivare questa modalità, posso affermare che i risultati ottenuti sono andati oltre le aspettative.
A livello organizzativo, abbiamo coinvolto anche figure impiegatizie quindi non solo dirigenti e manager. Abbiamo introdotto una gestione del lavoro a progetto, che contemplasse una pianificazione di tempi e obiettivi. Abbiamo fornito gli strumenti e la formazione necessaria per attuare questo nuovo modello organizzativo e siamo rimasti molto soddisfatti dai risultati.

Avete in programma iniziative di formazione per massimizzare l’efficacia del lavoro per obiettivi, tipico dello smart working?

Da anni promuoviamo il lavoro per obiettivi, probabilmente influenzati anche dalla tipologia di attività della nostra azienda. Realizzando macchine “prototipo”, infatti, Cosberg ragiona e lavora a commessa. E questo modo di concepire l’operatività non riguarda solamente gli impianti, ma qualunque progetto aziendale sia gestito totalmente all’interno o con il supporto di partner esterni.

Avete in programma cambiamenti o restyling degli spazi fisici dell’azienda?

Sì, assolutamente. Abbiamo un progetto, partito qualche anno fa, che prevede il rinnovamento di diversi spazi. Alcuni obiettivi in questa direzione sono già stati realizzati. A questi, in ottica “Covid”, si sono aggiunti interventi per modificare e adattare gli ambienti alle nuove esigenze. Stiamo procedendo per gradi e, a prescindere dai nuovi scenari, l’idea di fondo è sempre stata quella di innalzare i livelli tecnologici e digitali dei nostri ambienti.

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