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L'intervento

Sventato attacco terroristico iraniano a Villepinte, Giulio Terzi: “Vergogna”

Giulio Terzi: "Vergona è una parola forte, densa di significati, specie per una persona come il sottoscritto che ha servito per 40 anni nel Corpo Diplomatico"

Pubblichiamo l’intervento che l’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, già Ministro degli Esteri, ha postato su Facebook ricostruendo lo sventato attacco terroristico di matrice iraniana nel 2018 a Villepinte, alle porte di Parigi. Giulio Terzi era tra le autorità nel mirino di quell’attacco.

Come qualcuno di Voi già sa, nel 2018, insieme ad altri diplomatici, rappresentanti delle istituzioni, parlamentari e accademici, tra i quali Ingrid Betancourt, Patrick Kennedy, Gilbert Mitterand e Rudolph Giuliani, solo per citarne alcuni, sono stato “bersaglio” di un attentato (sventato, per fortuna!) alle porte di Parigi: a Villepinte, nel corso di una grande riunione di oltre 50.000 dissidenti iraniani, in un hangar aereoportuale allestito per l’occasione, sul cui palco sono intervenuto in rappresentanza della delegazione italiana, sarebbe stata piazzata una carica di esplosivo ad alto potenziale che avrebbe avuto esiti disastrosi e davvero sanguinosi uccidendo migliaia di persone, in quello che è stato definito “il più grande progetto di attentato terroristico avvenuto su suolo europeo nel dopoguerra”.

Solo l’intervento dei servizi d’intelligence prima, e della Polizia dopo, ha permesso di “arrestare i due terroristi iraniani” che avevano progettato l’attentato fin nei più minuziosi dettagli: se fosse andata diversamente, se fosse andato a buon fine, non sarei qui a scrivere questo post e a confrontarmi con tutti Voi…
Chi garantì la copertura e i necessari contatti logistici a questi criminali…? Un diplomatico iraniano di rango, operativo presso l’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran a Vienna, tale Assadollah Assadi, che lasciò Vienna, formalmente in congedo, per muoversi in Europa in collaborazione con gli attentatori, e che a sua volta (per fortuna) è stato arrestato prima che potesse fuggire in Patria.

Circostanze queste non negate neppure dall’Avvocato di Assadi, che non ha replicato alcunché all’accusa che il suo cliente, come dimostrato dalle prove in possesso dei Giudici, incluse le intercettazioni telefoniche, abbia trasportato “una pericolosa bomba su un aereo di linea austriaco da Teheran a Vienna” e poi l’abbia trasferita nella sua auto, passando per due paesi europei fino al Lussemburgo, dove “la cedette ai due terroristi” per portarla poi fino a Villepinte…

Ora, al Tribunale di Anversa, parte il processo, con la richiesta di pene fino a 20 anni di carcere per gli imputati coinvolti. Un processo assai imbarazzante per il regime iraniano, dal momento che tutte le prove collegano questo diplomatico-terrorista direttamente ai vertici del regime: l’attentato è stato certamente autorizzato dalla Guida Suprema Iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, dal momento che il MOIS, i servizi segreti iraniani, rispondono, appunto, direttamente alla Guida Suprema.

Fonti accreditate mi riferiscono che ora c’è una pressione fortissima per togliere di mezzo il principale imputato: o riportandolo a Teheran, *magari barattandolo con qualche occidentale* custodito nelle prigioni iraniane, o – nel caso ciò non risulti fattibile – mediante più radicali e “definitive” iniziative…

La preoccupazione riguardo allo stile di leadership iraniana, come ha ben denunciato un recente appello dell’Associazione Nessuno tocchi Caino, riguarda anche l’uso della violenza repressiva e brutale di un regime che se vede un militante dei diritti umani, un oppositore politico, o una qualunque voce dissenziente, a essa si relaziona con la pulsione e l’atto della soppressione, dell’annientamento, del “mettere a tacere”, fino, come vi ho raccontato, a giungere a concepire (e arrivare a un pelo dal realizzare) “pericolose azioni terroristiche anche sul suolo del nostro Continente”.

L’Intelligence Service federale tedesco nelle sue relazioni ha affermato che un importante centro di attività d’intelligence del regime iraniano in Europa era l’ambasciata iraniana a Berlino; la Francia ha espulso un diplomatico iraniano; tre ministri francesi hanno condannato l’azione terroristica iraniana in Europa; negli ultimi due anni sono stati espulsi sei diplomatici iraniani dai Paesi Bassi e dall’Albania; lo stesso primo ministro albanese Edi Rama ha svelato un importante complotto terroristico del regime iraniano sventato in Albania, che doveva essere attuato nell’occasione della festa del capodanno iraniano, e questo ha causato l’espulsione dell’ambasciatore iraniano e capo dell’intelligence iraniana di stanza a Tirana…

Questa “pericolosa rete iraniana in Europa”, coperta dalle sedi diplomatiche del regime, è solo l’altra faccia dell’intensificazione dell’oppressione all’interno del Paese, quali per esempio le quotidiane impiccagioni in piazza di criminali comuni, dissidenti politici, omosessuali, etc, impiccagioni delle quali l’Iran “detiene il triste primato mondiale”.

I mullah in Iran in questi decenni di spregiudicato potere hanno ucciso più di 100.000 dissidenti per mettere a tacere il movimento di protesta contro il regime. Inoltre, da molto tempo il regime iraniano si contraddistingue nel contrabbando e nell’acquisizione illecita di materiali e tecnologie militari vietati all’Iran, e sfrutta ogni ambiguità delle definizioni dual-use degli armamenti (parti di apparati militari acquistati ad uso solo apparentemente civile, ma poi “subito riconvertiti per uso militare”) al fine di aggirare le sanzioni internazionali.

Inoltre, nonostante le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU e gli stessi accordi JCPOA del 2015, la corsa in forma clandestina dell’Iran verso l’arma nucleare non si è mai arrestata. Teheran continua a negare le evidenze, a violare gli impegni assunti, a disattendere ai trattati in vigore in materia di lotta al terrorismo, di tutela delle minoranze, di rispetto dei diritti umani, di non proliferazione delle armi chimiche e nucleari, di abolizione della tortura, di trattamento dei prigionieri politici, e molto altro.

A mio avviso, stante tutto quanto vi ho illustrato, il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) e in particolare il suo braccio extraterritoriale, la Forza Quds, dovrebbero essere inclusi nell’elenco delle organizzazioni terroristiche dell’Unione Europea come mezzo concreto “per prevenire ulteriori operazioni terroristiche sul suolo Europeo”.

Invece, per queste inquietanti vicende, non vi è stata e non vi è tutt’ora nessuna indignazione, nessuna presa di posizione per gli italiani che hanno rischiato la vita in quella circostanza, nessuna voce si leva da parte del Governo Italiano: il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio tacciono, come se nulla fosse successo.

Non solo: pochi giorni fa a Roma è stata data ampia voce in un evento a Mohammad Zarif, Ministro degli Esteri Iraniano, maestro – tra le altre cose – della propaganda negazionista dell’Olocausto, e anti-occidentale convinto. Nessuno di noi critici del regime islamista teocratico iraniano “avrebbe la possibilità di andare a Teheran e prendere parola”: Lui può farlo, qui, a casa nostra, utilizzando le nostre sedi istituzionali come “megafono”.

Ebbene, poche volte su questa pagina mi sono spinto a utilizzare in un post la parola vergogna. È una parola forte, densa di significati, specie per una persona come il sottoscritto che ha servito per 40 anni nel Corpo Diplomatico: ma riguardo a questi fatti, e avendo assistito sbigottito al silenzio di quei politici e membri delle Istituzioni che dovrebbero difendere l’interesse nazionale e tutelare i cittadini italiani, vergogna penso sia, appunto, la parola più corretta da utilizzare…
Ho terminato, ora dite la vostra…

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