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Cinema

La recensione

“The Gentlemen”: il ritorno col botto di Guy Ritchie

A un anno dalla versione live action di “Aladdin”, il regista e sceneggiatore inglese torna con l’aiuto di Amazon sui piccoli schermi con “The Gentlemen”, action movie comico con criminali atipici

Titolo: The Gentlemen

Regia: Guy Ritchie

Genere: Thriller, azione, commedia

Durata: 113’

Interpreti: Matthew McConaughey, Charlie Hunnam, Henry Golding, Jeremy Strong, Colin Farrel

Valutazione: ****

Programmazione: Amazon Prime Video

Che lo si voglia o no Guy Ritchie è un regista divisivo e per quanti spettatori lo amino alla follia, ce ne sono altrettanti che non lo sopportano, così come i suoi personaggi, le loro caratterizzazioni fortissime e gli ambienti entro cui la storia è confezionata.

Avventurarsi all’interno delle vicende narrate dal britannico significa infatti essere trasportati di peso in un ottovolante variopinto che ci catapulterà violentemente in storie di criminalità ironicamente spietata con una punta di acuto cinismo e di dialoghi dal ritmo serrato ed incalzante. In questo “The Snatch – Lo strappo”, film del 2000 che ha proiettato Ritchie tra i registi più noti di questo millennio, rappresenta senz’altro il più fulgido esempio di come tali canovacci possano non solo esistere, ma anche guadagnarsi di diritto un ruolo di primo piano nella cinematografia moderna; a seguito però della dimenticabile versione live action dell’anno scorso di “Aladdin” per la Disney, film noto al grande pubblico più per la resa grafica disturbante del genio piuttosto che per la sua reale qualità, Ritchie si era allontanato molto dai suoi toni dissacranti ed iconici lasciando così gran parte dei suoi fan delusi e traditi.

the gentleman

The Gentlemen” in questo senso rappresenta un chiaro manifesto programmatico di scuse verso tutti coloro che si sono sentiti orfani del suo operato, riportando in primo piano la droga, il crimine ed un gruppo di gangster gentiluomini.

La storia è semplice: Mickey Pearson (Matthew McConaughey) è un espatriato americano che si è arricchito costruendo un impero basato sullo spaccio di marijuana a Londra. Ben presto, tra investigatori privati, gangster, proprietari di tabloid, miliardari russi spie del KGB e trafficanti cinesi, si ritrova coinvolto in una guerra contro chi vuole impadronirsi del suo dominio.

“Squadra che vince non si cambia” recita un celebre detto, ma se tale adagio dovesse essere reso nel cinema probabilmente suonerebbe come “sceneggiatura che fa successo si ripropone in tutte le salse”, e in un certo senso si può dire che anche in questo caso sia stato rispettato, con un Ritchie che dopo anni di sperimentazione, più o meno riuscita, torna nella sua confort zone proponendo un crime movie che si fonda su tutti quegli elementi che hanno reso grandi le sue produzioni: intrecci basati su continui ribaltamenti di fronte, tradimenti, scorrettezze, colpi di scena ed un gran numero di incomprensioni ed equivoci. Ciò che rende speciale questo film, benché le premesse possano far pensare ad un “The Snatch volume 2”, è il radicale mutamento di target del regista che passa dai circoli criminali di paese ai piani alti dei palazzi del potere, con l’obbiettivo di andare oltre i piccoli quartieri di periferia fino ad ora descritti per dare allo spettatore un quadro più ampio e completo di tutte quelle sanguinose e ridicole guerre che, senza che ce ne accorgiamo, avvengono sopra le nostre teste.

Unire uno strappo così radicale delle tematiche narrate ad una grandissima recitazione (per cui la visione in lingua originale è consigliata) ad opera mostri sacri come Colin Farrel, Matthew McConaughey ed un Hugh Grant lontano anni luce dal dolce libraio che tutti abbiamo amato, può dare l’idea di quanto il crimine, gli omicidi e lo spaccio, se presentati nel modo giusto, possano esser resi come caratteristici dell’alta società.

Tra loschi giri di denaro, ricatti, morti e pericolosi equivoci caratteristici dello stile dell’inglese, “The Gentlemen” si posizioni di diritto nella top 5 dei (pochi) film usciti quest’anno, arrivato tanto in sordina quanto pronto a sorprendere.

Battuta migliore: “Nella giungla se sei un leone sopravvivi non comportandoti da re, ma facendo il re!”

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