“Un’eventuale terza ondata dell’epidemia non ci troverà impreparati”. Così il direttore generale di Ats Bergamo, Massimo Giupponi, illustra i progetti messi in atto sul territorio per affrontare un malaugurato aumento dei contagi da Covid-19.
Intervenendo alla conferenza “Coronavirus: strategie e sinergie in vista della terza ondata”, ha spiegato: “La pandemia è stata un evento nuovo per tutti ma la possibile nuova ondata non ci troverà impreparati. Naturalmente speriamo che non si verifichi, ma nel caso la curva dei contagi tornasse a salire saremmo pronti a far fronte alla situazione dal punto di vista tecnico e operativo: abbiamo organizzato una rete di persone, sistemi e procedure in grado di attivarsi nell’arco di 24 ore come avviene con la Protezione Civile quando succedono delle calamità. La curva si sta abbassando ma a maggio abbiamo capito che dopo una discesa può innescarsi una nuova salita: ci vogliono tempi di relativa pace per organizzare una macchina da guerra e abbiamo messo a punto i meccanismi nel caso dovesse esserci un aumento dei contagi”.
Per rispondere alle esigenze della popolazione sono molti i progetti realizzati in sinergia tra Ats Bergamo, Areu e Rotary Distretto 2040. Il dottor Maurizio Maggioni, odontoiatra e coordinatore del call center ATS Bergamo/Areu/Rotary Distretto 2042, afferma: “A marzo abbiamo accolto l’invito di Ats che ci ha chiesto di collaborare per affrontare l’emergenza. Innanzitutto, durante la fase più critica per il territorio orobico, abbiamo reperito ciò di cui c’era bisogno, dai DPI all’ossigeno. Inoltre, abbiamo dato la nostra disponibilità per soddisfare un altro bisogno prioritario, ossia fornire le informazioni alle persone. Planetel, azienda bergamasca operante nel settore delle telecomunicazioni, ha creato una piattaforma per svolgere questo servizio ma una volta ideata mancava il personale che potesse occuparsene. Ho chiesto all’interno di Rotary e nell’arco di 2-3 giorni ho avuto la disponibilità di 135 medici, soprattutto odontoiatri, che in quel periodo erano fermi ma sarebbero stati pronti ad adoperarsi. Così è nato il Call Center Rotary Assistenza Covid-19, che risponde al numero 0284988498, con 100 linee telefoniche attive 24 ore su 24, 7 giorni su 7, a disposizione di tutti i cittadini che hanno difficoltà a contattare il proprio medico di base, il 112, che si trovano in condizioni di isolamento o necessitano di informazioni. Questi medici hanno svolto triage telefonico sulla base di un protocollo consegnato da ATS e Areu. Su richiesta di Ats – Areu, poi, abbiamo fornito supporto alle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, con diversi interventi sul territorio”.
“Quando i medici coinvolti nel progetto del call center hanno ripreso lo svolgimento del loro lavoro – prosegue il dottor Maggioni – abbiamo cominciato a coinvolgere volontari laici (non medici, ndr), con l’adesione di oltre cinquanta persone. Il nostro impegno è continuato: Planetel ci ha messo a disposizione 300 linee telefoniche e abbiamo iniziato a svolgere attività di tele monitoraggio con chiamate in sola uscita – nel pieno rispetto della privacy – per verificare le condizioni dei pazienti e il decorso del virus. Per questo servizio possiamo contare su una ventina di medici coordinati da Guido Bertolini, bergamasco, referente di Areu. Proseguiamo, inoltre, nell’attività di call center fornendo indicazioni su come comportarsi in caso di rischio Covid ma anche sul piano vaccinale antinfluenzale e sui tamponi secondo i protocolli messi a disposizione da Ats”.
Le telefonate ricevute in questi mesi sono state numerose: fino a ottobre in media ammontavano a una cinquantina a settimana e da metà novembre sono aumentate arrivando a 260.
I progetti realizzati rispondono a esigenze del presente ma guardano anche al futuro. Alberto Barzanò, docente all’Università Cattolica Sacro Cuore e presidente dell’Azione Internazionale del Distretto Rotary 2042 osserva: “Abbiamo messo a disposizione strumentazioni, innovazione tecnologica e competenze professionali per potenziare i servizi territoriali. Progetti come questi sono stati ideati in questo periodo difficile ma possono assumere un carattere strutturale e aiutare ad affrontare eventuali future emergenze”.
Ma non è tutto: il Distretto 2042 del Rotary ha dato vita anche al Progetto Rocco Bergamo. Il dottor Maggioni specifica: “Si tratta di un progetto socio-assistenziale di ricerca che per un anno seguirà 600 pazienti che hanno contratto il Covid-19 e ne valuterà le conseguenze dovute alla malattia. I pazienti coinvolti vengono suddivisi in cinque cluster da 120 persone ciascuno e saranno differenziati in base alla loro reazione avuta dal contagio. I dati che saranno raccolti di volta in volta verranno registrati in un documento aperto a tutti i ricercatori in modo che possano aiutare con nuove proposte”.
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