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Il caso

Iran, Giulio Terzi: “Zarif al Forum Med, occasione d’oro per lo scambio di prigionieri”

"C'è il fondatissimo dubbio che questa sia un'occasione d'oro per Zarif per spuntare uno scambio tra Djalali e Assadi - dichiara l'ambasciatore Giulio Terzi -. Ovviamente sarebbe un successo del regime straordinario è una tattica chiarissima".

Mohammad Javad Zarif, ministro degli Affari esteri dell’Iran, è intervenuto giovedì 3 dicembre alla sesta edizione della Conferenza Rome Med – Mediterranean Dialogues, promossa dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi).

Giulio Terzi di Sant’Agata, ambasciatore e già Ministro degli Esteri commenta: “Sono due o tre anni che ci sono tantissime voci contrarie al fatto che si dia a Zarif una piattaforma a Roma per fare propaganda antisionista, negazionista dell’Olocausto e per tutte le cose peggiori che ha da dire contro l’America e l’Europa. Sono convinto che non si possa dare un megafono a un propagandista di un regime genocidiario e criminale. Tutti hanno il diritto di parlare, ma Zarif parlasse a casa sua, mentre a nessuno di noi è possibile andare a parlare a Teheran”.

Mohammad Javad Zarif parla al Forum Med mentre Teheran sospende l’esecuzione di Ahmadreza Djalali, il ricercatore iraniano-svedese che ha condannato a morte per “spionaggio”, mentre è in corso ad Anversa il processo al “diplomatico-terrorista” iraniano Assadollah Assadi che nel 2018 voleva fare una “carneficina” a Villepente, alle porte di Parigi. Non sono coincidenze.

“C’è il fondatissimo dubbio che questa sia un’occasione d’oro per Zarif per spuntare uno scambio tra Djalali e Assadi – dichiara all’Adnkronos l’ambasciatore Giulio Terzi -. Ovviamente sarebbe un successo del regime straordinario è una tattica chiarissima”. Con l’intervento di Zarif al Forum Med, secondo Terzi è evidente “che c’è un’azione in corso”, c’è quell’idea di “scambio di prigionieri”. E a Teheran continua a prevalere la convinzione che “qualsiasi cosa faccio all’estero, anche se dovessi essere sorpreso con la pistola fumante in mano, posso fare uno scambio”. “Ci sono in ballo la vita di un innocente, Djalali, che è stato catturato, ‘kidnappato’, sequestrato da iraniani e la mostruosità di lasciar andare libero un diplomatico-terrorista, Assadi, che stava compiendo il più grande attentato terroristico avvenuto su suolo europeo nel dopoguerra”.

“Il processo ad Assadollah Assadi” ad Anversa, in Belgio, è “devastante per il regime” iraniano “perché tutte le prove che ci sono collegano questo diplomatico-terrorista direttamente ai vertici del regime”, perché quell’attentato, sventato due anni fa, è qualcosa che deve “essere autorizzato dalla Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei”, dal momento che il “Mois, i servizi iraniani, rispondono alla Guida Suprema” e perché era un “attentato del regime nella sua interezza”.

“Il regime iraniano ‘kidnappa’, sequestra, cittadini stranieri o con doppia nazionalità o anche iraniani residenti all’estero, che tornano in Iran per motivi professionali o familiari, per ricattare i governo stranieri che stanno portando avanti delle azioni dovute, come nel caso di Assadollah Assadi”. Prosegue nella sua denuncia l’ambasciatore Giulio Terzi.

“L’Iran è un Paese destabilizzato da rivolte popolari continue contro il regime da due anni a questa parte. Il regime è aggrappato a questi strumenti di terrore, terrore interno con le repressioni ed esterno con attentati” come quello sventato due anni fa per cui è sotto processo Assadi.“L’impiego del terrorismo per il regime iraniano è parte della propria politica estera, fa politica estera e di sicurezza usando anche e sempre di più l’arma terrorismo – continua Terzi – Lo fa anche con questo sistema di sequestri di persona sempre più frequenti per ottenere dei risultati”.

L’ambasciatore invita a riflettere sulla cronologia. Il processo ad Assadi e il caso Ahmadreza Djalali, il ricercatore iraniano-svedese condannato a morte in Iran per “spionaggio”.

È stato “preso chiaramente con l’idea di avere in mano un elemento di scambio con Assadi – afferma Terzi – Era già in corso il processo ad Assadi ed esattamente in coincidenza con l’arriga del Public Prosector belga, che ha chiesto 20 anni di carcere, il massimo della pena consentita da legislazione belga per Assadi e i suoi tre complici, quasi nelle stesse ore Djalali è stato spostato nel braccio della morte e poi nel momento in cui inizia la seconda udienza del processo ad Assad si sospende l’esecuzione di Djalali”. E, conclude, “il regime tiene molto a questi aspetti, anche simbolici perché sono per il regime, per Khamenei, per il presidente Rohani, per il ministro degli Esteri Zarif un modo per far vedere al mondo che queste coincidenze sono studiate e fanno parte di una strategia di violenza condizionante”.

“Nessuna condanna”, un “silenzio totale”. Giulio Terzi non usa mezzi termini per denunciare il silenzio delle autorità italiane di fronte al caso Assadollah Assadi. Il “diplomatico-terrorista” iraniano che nel 2018 voleva fare una “carneficina” a Villepente, alle porte di Parigi. C’era anche Terzi, con lui tanti altri italiani, “sindaci e parlamentari”. “Per quello che Assadi ha fatto non c’è nessuna indignazione, per gli italiani che hanno rischiato la pelle, per non parlare degli iraniani, degli americani, dei francesi, dei tedeschi – dichiara Terzi all’Adnkronos -. Nessuno ha mai levato una voce da parte del governo italiano”. “Silenzio totale nonostante le denunce, ripetute, formali, scritte – continua -. Abbiamo scritto lettere al presidente del Consiglio, al ministro degli Esteri, al ministro degli Interni. Mai nessun riscontro. Il governo resta in silenzio anche di fronte alla vita dei propri parlamentari e dei propri sindaci”.

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