Assoluzione sia per l’omicidio, sia per i maltrattamenti della moglie Gianna Del Gaudio, la professoressa di italiano in pensione uccisa nella notte tra il 26 e il 27 agosto 2016 nella casa di Piazza Madonna della Neve a Seriate. È la richiesta della difesa di Antonio Tizzani, ferroviere in pensione di 72 anni, unico imputato, che sostiene che l’omicidio sia stato un agguato e non l’efferata conseguenza di una lite tra coniugi, a differenza del pubblico ministero Laura Cocucci che ha chiesto la condanna all’ergastolo.
La difesa insiste su tre punti. Primo, nessuno ha sentito Gianna gridare e le uniche urla sono di Tizzani. Per la difesa, a causa della disperazione dopo aver trovato il corpo della moglie in un lago di sangue. Secondo, ha sostenuto l’avvocato Giovanna Agnelli, il marito non avrebbe potuto uccidere la moglie senza sporcarsi di sangue (i vestiti erano puliti).
Terzo, il Dna di Tizzani sul taglierino trovato nella siepe. L’avvocato, dopo la consulenza del genetista Giorgio Portera, ha spiegato che il profilo dell’imputato può esserci finito per contaminazione, in laboratorio oppure dal sacchetto di mozzarelle preso dall’assassino in casa Tizzani per avvolgere l’arma ritrovata poi insieme a un paio di guanti con un Dna ignoto. Diametralmente opposta la posizione dell’accusa, secondo la quale il Dna di Tizzani rappresenta la prova del delitto.
Quella di mercoledì mattina, 2 dicembre, è stata l’ultima udienza prima della sentenza prevista per il 23 dicembre prossimo.
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