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Seconda ondata covid

Bergamo, prime richieste per il tampone natalizio: “Non è garanzia di sicurezza”

A ridosso della vigilia 70 prenotazioni nei centri del Gruppo San Donato. Gli esperti: "Una precauzione in più, ma non basta a scongiurare il contagio"

Parlare di ‘corsa’ è prematuro, ma anche a Bergamo c’è chi si porta avanti per essere sottoposto al ‘tampone natalizio’. Lo confermano alcune strutture del territorio, quando mancano all’incirca tre settimane al giorno di Natale e si è sempre in attesa di conoscere i contenuti del nuovo Dpcm: quello che chiarirà le regole da osservare durante le festività in tempo di pandemia.

Se Humanitas e Gruppo Habilita si aspettano a breve un aumento delle richieste, sono già una settantina le prenotazioni per il test molecolare nei centri del Gruppo San Donato, in particolare al Policlinico San Pietro e alle Smart Clinic dei centri commerciali Oriocenter e ‘Le Due Torri’, con l’esplicita richiesta di effettuarlo nei giorni a ridosso del 24 dicembre.

La disponibilità, per ora, è di circa mille tamponi: “Aumenteremo l’esigenza in base alle richieste”, fanno sapere dal gruppo ospedaliero (il costo è di 90 euro con referto disponibile entro 72 ore, si legge sul sito).

“Moltissima gente sta chiedendo informazioni sul tampone in vista del Natale, specialmente quello rapido – conferma Oriana Ruzzini, farmacista e Consigliera comunale a Bergamo – ma l’unica cosa che possiamo fare è indirizzarla verso i privati, visto che al momento dalla Regione non arrivano novità”. Si sta definendo un protocollo, ma le difficoltà sono le stesse espresse dai medici di base, a cominciare dalla sicurezza degli operatori e dei clienti delle farmacie, che al pari degli ambulatori non vantano condizioni sempre idonee a garantire l’esecuzione dei test in sicurezza.

Effettuando il test rapido il campione viene sempre raccolto attraverso un tampone naso-faringeo, ma i tempi di risposta sono molto brevi (circa 15-30 minuti, mentre per il quello molecolare ci vogliono circa 24-48 ore). Allo stesso tempo la sensibilità e la specificità sembrano inferiori rispetto a quelle del tampone ‘classico’, pertanto chi risulta positivo dovrebbe poi sottoporsi al test molecolare per veder confermata la diagnosi di infezione ed escludere si sia trattato di un cosiddetto falso-positivo.

Ad ogni modo, sull’utilità del tampone “salva cenone” si sta discutendo molto in queste ore. Essere negativi al Covid-19 basta per festeggiare con i parenti senza ansie e in serenità? Per Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo, “il tampone è una precauzione in più. Nessuno vieta di farlo, a patto che non incida sui comportamenti generando maggiore imprudenza”.

Il virologo Fabrizio Pregliasco ha ricordato all’HuffPost che “il test, inizialmente negativo, può diventare positivo tra le 24 e le 72 ore dopo l’avvenuta infezione”, per cui “no, il tampone non è un lasciapassare”. Fa un esempio pratico: “Mi infetto il 23 dicembre mattina, il 23 dicembre pomeriggio faccio il tampone molecolare o rapido e risulto negativo. Il 24 pomeriggio se rifacessi il test potrei risultare positivo. Questo – aggiunge – perché il quadro generale cambia a causa dei tempi di incubazione e della sensibilità dei test. L’unico modo per essere sereni durante il cenone – conclude – è rispettare le norme. Nella fattispecie, pochi commensali a tavola (4 o 6 al massimo), distanza di sicurezza e mascherina tolta solo per mangiare”.

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