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Atalanta, se i bomber “scioperano” è dura vincere contro chiunque fotogallery

Zapata e Muriel, due fantasmi. Grazie all'impresa di Liverpool la Champions sorride ancora ma i nerazzurri devono ritrovare quella condizione

Meno male che c’è Romero… E per fortuna dell’Atalanta, di lui (il miglior acquisto atalantino) non si è ancora accorto il ct dell’Argentina, Scaloni, o magari non lo ritiene ancora all’altezza. Meglio così, almeno si risparmia un giro del mondo quasi inutile o comunque poco proficuo, come è capitato a Gomez e come stanno pagando ancora adesso i due colombiani. Che dopo l’ultima serie di partite in nazionale sembrano diventati due giocatori completamente diversi, due fantasmi rispetto allo Zapata che ha ribaltato l’Ajax a Bergamo con due gol, il 27 ottobre e al Muriel che sempre con due gol pochi giorni dopo ha regalato i tre punti a Crotone.

Poi il blackout e Gasperini per primo ha sottolineato più volte la condizione precaria dei sudamericani.

La premessa per dire che senza attaccanti è un po’ dura vincere e a maggior ragione se tutta la squadra non ha il motore che gira come servirebbe.

Ci siamo tutti innamorati (giustamente) dell’impresa storica di Anfield, dell’Atalanta che ha giocato la partita perfetta, ha ritrovato i gol di Ilicic, di Gosens. Solo così avrebbe potuto conquistare un risultato insperato, ma obiettivamente ha anche trovato un Liverpool che era l’ombra della squadra di marziani vista a Bergamo.

Cosa significa? Che in Champions, nemmeno in Serie A ormai per la verità, ma soprattutto in Europa non puoi presentarti sotto ritmo o con giocatori fondamentali fuori condizione. Perché altrimenti paghi, anche se hai di fronte un Midtjylland che dovrebbe fare da squadra materasso e però non ha nessuna intenzione di mollare: pur nella loro modestia tecnica, i danesi danno battaglia come se dovessero essere loro a qualificarsi (entusiasti alla fine per essere usciti imbattuti) e forse anche questo spirito, questa aggressività fin dai primi minuti, non aiutano la concentrazione dei nerazzurri. Quando tutti pensavamo a indovinare quanti gol avrebbero segnato Zapata e Muriel, quando questa partita dopo la passeggiata in Danimarca sembrava più o meno una formalità.

Vale anche per l’idea che ci facciamo in campionato contro avversari che si chiamano Spezia o prima ancora Sampdoria: se non sei al meglio, fai brutta figura contro chiunque, tanto più se giochi come se non avessi gli attaccanti.

Contro il Midtjylland ci ha messo un po’ di fantasia Diallo e, visto che non si veniva a capo di nulla, i difensori hanno fatto gli attaccanti e hanno evitato la figuraccia. Poi con tante partite ravvicinate è anche impensabile pretendere di ritrovare subito il miglior Ilicic, il Papu è calato e ha perso anche quella facilità a fare gol delle prime partite. Lo stesso Gosens non ha brillato come ad Anfield, mentre sta crescendo bene Pessina, sicuramente utile anche per alternarsi con de Roon e Freuler.

Eppure, nonostante gli alti e bassi di questi primi due mesi, è ancora molto buono il percorso di Champions, dove l’Atalanta ha perso malissimo solo contro il Liverpool dei campioni. E ha due risultati su tre per qualificarsi mercoledì prossimo 9 dicembre, ad Amsterdam, a un passo dalla seconda qualificazione storica agli ottavi.

Certo il campanello d’allarme che era già suonato altre volte, ora è un po’ più preoccupante. Non c’è tempo per… rifare il motore, bisogna stringere i denti almeno fino all’Ajax passando attraverso un’Udinese che si è dimostrata molto più in gamba della Lazio ambiziosa. E sarà un osso molto duro, prima di trovare gli olandesi che corrono anche di più e giocano a memoria.

Servirà la super Atalanta di Liverpool, per tornare a casa imbattuta e continuare a sentire, da protagonista, l’inno della Champions che ci piace tanto.

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