È stato condannato a 21 anni di carcere Musli Morina, il 21enne albanese che nella notte del 17 gennaio scorso aveva aggredito a coltellate il cugino Erion Morina, suo coetaneo e connazionale, per poi trascinarlo in fin di vita nel naviglio Civico cremonese a Calcio dove morì.
All’origine dell’omicidio, secondo quanto ricostruito dall’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Silvia Marchina, ci sarebbe un acceso litigio per un ammanco di 50 euro e una serata a base di alcol e cocaina.
Per questo la Corte d’Assise del tribunale di Bergamo, presieduta dal giudice Giovanni Petillo, ha riconosciuto anche l’aggravante dei futili motivi.
Al centro dell’ultima udienza di lunedì (30 novembre) un altro scontro tra accusa e difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Benedetto Maria Bonomo, che aveva chiesto l’assoluzione e ha preannunciato ricorso, su chi tra i due cugini, quella sera abbia provocato l’altro e sulla nitidezza delle immagini delle telecamere del paese della Bassa che hanno ripreso tutto, dall’arrivo al Peter Pan Cafè di viale Papa Giovanni per giocare alle slot-machine, fino all’aggressione mortale e al trascinamento nel naviglio.
Il delitto avvenne a pochi metri dall’appartamento in cui abitavano insieme vittima e omicida, che erano arrivati insieme in Italia in cerca di fortuna due anni prima, senza genitori, e lavoravano saltuariamente come carpentieri.
Musli Morina, che qualche giorno dopo il fatto aveva cercato di togliersi la vita nella sua cella del carcere di Bergamo, durante il primo interrogatorio aveva detto di aver aggredito per difendersi. Durante il processo non ha parlato e non si è mai detto dispiaciuto per ciò che ha fatto.
commenta