La discussione sulla riapertura delle scuole sta tenendo banco ormai da diversi giorni. Fervida sostenitrice del ritorno sui banchi il 9 dicembre (dopo il ponte dell’Immacolata), la ministra all’Istruzione Lucia Azzolina.
Nel mezzo si trova la politica con i presidenti di Regione che, bipartisan, sono travagliati sul sostenere o meno la ministra, portando avanti le ataviche questioni che, sin dalla riapertura fino alla sospensione definitiva della didattica in presenza in tutto lo Stivale, hanno fatto oscillare il pendolo della bilancia dimostrando le proprie debolezze.
Mancano i test rapidi nelle scuole che ancora non sono arrivati e ora le Regioni chiedono presidi sanitari per effettuare i tamponi rapidi prima dell’ingresso in aula. Ma non solo: ciò che continua a preoccupare i cittadini in vista della possibile riapertura sono i trasporti, in particolare per quanto riguarda le scuole superiori.
A Bergamo, dopo più di un mese di sospensione delle attività didattiche in presenza i trasporti cittadini sono pronti per ripartire? O convergono sulla dichiarazione della Ministra ai trasporti De Micheli che ha chiaramente affermato che la scuola non potrà aprire perché non ci sono abbastanza mezzi pubblici?
L’abbiamo chiesto ad Enrico Felli, nuovo presidente di Atb Bergamo.
Avvocato Felli, ad inizio ottobre aveva dichiarato che sulle linee cittadine sarebbe stato installato il contapersone per controllare gli accessi…
Il servizio è installato ed è attivo e già adesso la sala operativa ed il conducente del bus è in grado di sapere quante persone sono a bordo. Sono in corso le ultime verifiche tecniche per attivare anche dei display sui frontali degli autobus per l’indicazione del numero di posti disponibili.
Con la nuova ordinanza si dovrà rispettare la capienza massima del 50% dei passeggeri a bordo: è un numero che La preoccupa in vista della possibile riapertura delle scuole?
La società sta operando in collaborazione con l’Agenzia del TPL per programmare un’offerta di servizio alla ripresa delle scuole che garantisca il rispetto della soglia del 50%. Nelle precedenti ordinanze la capienza massima era dell’80% e non l’abbiamo mai raggiunta: al massimo abbiamo toccato punte del 60/65% con una media del 50%, quindi non dovremmo aver problemi nel contenere i numeri. Però, certamente, dobbiamo essere aiutati per rispettarlo e quindi anche altri devono fare la loro parte.
Cosa intende?
Non è possibile mantenere la capienza massima del 50% con la totale ripresa della didattica in presenza: deve essere mantenuta una parte di didattica a distanza. Io sono totalmente favorevole al fatto che le scuole riaprano, ma con la capienza massima, al 50%, di circa 40-45 persone sui bus da 12 metri e di 120 persone sulla Teb, non è possibile trasportare tutti gli studenti che devono seguire la didattica in presenza.
Cosa chiedete, quindi?
Facciamo una chiara richiesta alle scuole: di alternare didattica in presenza e didattica a distanza di pensare ad orari scaglionati di ingresso e uscita e di comunicarci assolutamente in tempo utile cosicché noi possiamo trovare soluzioni più appropriate.
Ma non era già stato applicato uno scaglionamento orario?
Certo, dobbiamo continuare sulla base dell’esperienza che avevamo condiviso alla ripresa di settembre: alternare didattica in presenza e didattica a distanza e scaglionamento degli orari. La società è del tutto pronta, a disposizione per riprendere la collaborazione al tavolo con la Prefettura, il Provveditorato e le istituzioni scolastiche e l’Agenzia del TPL.
Non è possibile aumentare le corse?
L’abbiamo fatto alla ripresa di settembre e possiamo ulteriormente rafforzarle. Ma non possiamo raddoppiarle. È una questione di disponibilità di autobus e di autisti. Nell’immediato non possiamo fare altrimenti.
Nell’ultimo mese è arrivata la disponibilità da parte delle aziende private di autobus di mettere a disposizione i propri mezzi ora a riposo con la sospensione di gite scolastiche e visite culturali…
Sono eventualmente utilizzabili sui servizi extraurbani con tragitti più lunghi rispetto al servizio urbano. Non si adattano al servizio urbano con fermate ravvicinate e frequenti movimenti in salita e in discesa dei passeggeri. Sono bus in cui non si può stare in piedi, si può entrare solo da una porta e hanno corridoi stretti. Non si può pensare che su quei pullman si facciano delle fermate distanti di qualche minuto tra loro.
Come affronta, quindi, Atb la possibile riapertura?
Rispondiamo con tutte le energie possibili, ma, ripeto, non si può pensare, con la capienza massima al 50%, di riprendere in toto l’attività didattica in presenza.
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