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Calusco d'adda

Nella casa dei papà separati in tempo di lockdown: “Qui le basi per un nuovo futuro”

La storia di Claudio, ospite del Convento Francescano di Baccanello: "Facevo il parrucchiere, poi ho perso tutto. Se non fossi qui sarei in mezzo a una strada"

Claudio (nome di fantasia) nel suo campo è quello che si definisce un talento precoce. Ha le idee chiare, e sceglie in fretta in cosa diventare bravo. A 14 anni maneggia con destrezza forbici e pettine, a 21 apre un salone da parrucchiere tutto suo. Il primo di una lunga serie: quattro, come i figli che arriveranno. Una volta in cima, però, la sua vita prende una piega inaspettata. “Colpa di qualche investimento sbagliato”, ammette. Ai problemi economici seguono a ruota quelli familiari. E anche con la ex compagna le cose non vanno più come un tempo, tra liti e incomprensioni sempre più frequenti. Le loro strade si dividono.

Claudio, oggi, di anni ne ha 45. Da un mese è ospite dell’associazione Convento Francescano di Baccanello, a Calusco d’Adda, dove trovano alloggio i padri separati in difficoltà. Economiche, psicologiche. Spesso entrambe.

“Se non fossi qui, sarei finito in mezzo a una strada” confessa Claudio, uno dei cinque papà attualmente ospitati. Sei mesi di permanenza, nei casi più delicati un anno. Il tempo di rigettare le basi del proprio futuro. O almeno provarci, perché in tempi di pandemia trovare un lavoro non è affatto scontato. “Qui mi stanno dando una grossa mano – racconta -. In queste settimane ho spedito un po’ di curriculum, vediamo come va”. Cosa vuole fare non è un mistero. “Il parrucchiere, che domande”.

Alcune volte i figli li porta direttamente in Convento, per passare qualche ora in tranquillità. “Questo è un luogo di pace. Ci sono un bosco per le passeggiate e un campo da calcio, l’ideale per loro”.

Per molti padri separati, il lockdown ha rappresentato un ostacolo in più. Come tante altre persone c’è chi è finito in cassa integrazione, chi in depressione. E pure i Dpcm, non sempre di facile interpretazione anche per quanto riguarda la gestione dei rapporti coi figli, ci hanno messo del loro: tra regole, distanze forzate e spostamenti limitati soprattutto in zona rossa. “L’associazione ci ha aiutato con le autocertificazioni – sottolinea Claudio -. In questo senso non ci siamo sentiti più sfortunati degli altri”, dice a nome degli altri papà con qui ha stretto subito amicizia. “Farsi forza a vicenda viene automatico”.

Qualora ne avessero bisogno, l’associazione mette a loro disposizione una psicologa e una psichiatra, oltre ad un avvocato. Ora i frati stanno anche pensando di trasformare alcuni locali del convento in piccoli appartamenti, con l’aiuto del Rotary Club Isola Bergamasca. “In questo momento abbiamo tre richieste da padri separati – spiega Mario Scarpellini, presidente dell’Associazione Francescana -. Con il freddo e la pandemia le situazioni di fragilità sono aumentate. A volte ci vengono segnalate dai servizi sociali, altre volte sono direttamente i papà a contattarci”. Come ha fatto Claudio, dopo aver visto un servizio della trasmissione ‘Striscia la Notizia’.

“Alcuni di loro dormivano in auto prima di arrivare in Convento, altri in stazione o in un capannone in campagna – prosegue Scarpellini, che fornisce qualche dato -: in Italia il 46% vive in situazioni di povertà, e il 66% non riesce ad avere beni di prima necessità”.

Non è un mistero, anche nelle mense francescane si sta registrando un picco di richieste di aiuto. Sono oltre 300 mila i pasti caldi serviti dall’inizio dell’emergenza ad oggi nelle 15 mense sostenute dal progetto solidale dell’Antoniano ‘Operazione Pane’, il 45% in più rispetto allo scorso anno.

Tra le realtà sostenute dalla campagna solidale c’è anche il Convento francescano di Baccanello. “Le persone che si rivolgono alle nostre strutture sono in netto aumento – conferma il direttore dell’Antoniano, frate Giampaolo Cavalli -. Tra i nuovi ospiti, i volontari segnalano anche diverse persone che hanno perso il lavoro in seguito all’emergenza e che fanno fatica a chiedere aiuto perché si vergognano della loro nuova condizione”.

Per garantire un pasto caldo e un aiuto alle persone che ogni anno vengono accolte, sarà attiva fino al 19 dicembre una campagna sms solidale. Per offrire un contributo basta inviare un sms o fare una telefonata da rete fissa al numero 45588.

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