La vita inquieta e l’inquieta morte di Domenico Gaetano Maria Donizetti si sono chiuse con una doppia sepoltura: “acefala” per giunta, o almeno… parzialmente tale.
E solo la seconda inumazione, dopo quella iniziale nel modesto cimitero di Valtesse, vide riunite le spoglie del Maestro nell’unico sacello in Santa Maria Maggiore, che doveva consegnarlo all’eternità. Un “giallo”, cui la parola fine fu posta troppo in fretta, con la banale tesi dell’avidità, rozza e sacrilega, d’un bottegaio erede del medico legale che fece l’autopsia sul Genio.
Ma perché tanta urgenza nel trarre conclusioni? A chi giovava insabbiare le argute indagini dello zelante questurino Antonio Prevalli, al suo primo incarico proprio a Bergamo, che formulava invece ben differenti ipotesi? Supposizioni capaci di sollevare pericolosi scandali nell’apparente quiete della Nazione italiana, appena nata e dunque ancora esposta agli scossoni delle vendette e dei rancori, tutt’altro che sedati, di contrapposte fazioni?
Quelle per esempio dei patrioti italiani, i cui sospetti verso i nostalgici dell’Austria, ancora numerosi, avevano più di un fondamento? Oppure quelle dei Positivisti, certi che fosse giunta finalmente l’ora di sbarazzarsi delle vecchie superstizioni, in nome della moderna scienza onnipotente, il cui più recente fiore all’occhiello era la stravagante fisiognomica? O forse addirittura quelle di occulte confraternite ormai “sdoganate”, ma ancora in guerra coi minacciosi epigoni d’antiche sette complottiste, soppresse ma non scomparse e pronte a colpire come serpi velenose?
Sarà molti decenni dopo, ai nostri giorni, la curiosità di un insegnante del Conservatorio ormai in pensione a imbattersi per caso in certi appunti misteriosi. Un quadernetto ormai ingiallito, donato al professore da un ex alunno, ora brillante notaio cittadino, fittamente gremito di osservazioni all’apparenza azzardate, finirà per validare le tesi del perspicace ispettore sabaudo, gettando una diversa luce sull’“enigma Donizetti”.
Ad aiutare il vecchio professore nell’impresa, sarà un’ispettrice di Polizia, anch’essa sua ex-allieva al Conservatorio, che coniuga gli impegni quotidiani in divisa con la passione privata del violino. Una sfida avvincente, in cui si trovano coinvolti i due investigatori dilettanti, che lascia loro intravedere in filigrana pagine di storia cittadina, ricca di fasti e d’inquietudini, di grandi gioie e di tormenti immani, del tutto simili a quelli dell’esistenza tribolata e grande del Musicista bergamasco.
Un passatempo poliziesco, il loro, capace di tradursi finalmente in cognizione inaspettata e piena della sofferenza umana, che sprona al gusto coraggioso della lotta ed alla riscoperta della dignità, aprendo il cuore al dono della misericordia e dell’oblio.
Grafica & Arte edizioni
Caratteristiche tecniche
Formato cm 15×22 – 168 pagine – Rilegatura con copertina cartonata rivestita in similtela – Sovraccoperta a colori plasticata.
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