Per la procura la morte di Gianna Del Gaudio “è stato un femminicidio commesso dal marito, che per questo deve essere condannato all’ergastolo”. Si è conclusa così l’udienza di venerdì (27 novembre) del processo per l’omicidio dell’ex insegnante di 63 anni nella villetta di piazza Madonna della Nevi nella notte tra il 26 e il 27 agosto 2016. Unico imputato Antonio Tizzani, 72 anni, accusato di omicidio volontario e maltrattamenti.
Per il pubblico ministero Laura Cocucci “l’ex ferroviere ha brutalmente ucciso la moglie al culmine di una discussione, anche perché frustrato dalla vita da pensionato. Lei, dopo 40 anni di umiliazioni, aveva forse cercato di ribellarsi a quell’uomo”.
Secondo il magistrato “la traccia di dna sul taglierino rinvenuto nella siepe e considerato arma del delitto, è una prova come quella genetica di Bossetti sul cadavere di Yara. Poi ci sono altri indizi che rafforzano la tesi accusatoria, come le macchie di sangue sugli interruttori a dimostrazione che l’imputato dopo il delitto ha cercato di pulire casa per cancellare le prove”.
Oltre all’ergastolo per l’omicidio il pm ha chiesto anche una pena di 4 anni e 6 mesi per maltrattamenti, da mantenere in caso di assoluzione per l’omicidio.
Quella odierna è stata una delle ultime udienze prima della sentenza, di fronte alla Corte presieduta dal giudice Giovanni Petillo.
Nella prossima è attesa la replica di Giovanna Agnelli, avvocato di Tizzani, con il genetista Giorgio Portera che nella precedente aveva evidenziato similitudini tra l’omicidio di Seriate e quello di Colognola, ipotizzando che a colpire sia stata la stessa mano.
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