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Bergamo

Commercio al tempo del Covid: “Non solo piattaforme, ma servizio e attenzione all’ambiente”

Il commercio all'epoca del Covid si sta trasformando. Alla richieste dei consumatori, la nostra città risponde con due piattaforme web per ristoratori e commercianti: Ristora Bergamo e Bergamo Smart Shopping. Due modi per essere presenti sul web senza dover sottostare ai grandi colossi che esigono una percentuale alta sulle transazioni.

Il Covid 19 ha cambiato e cambierà molte delle nostre abitudini. Una di questa è sicuramente fare acquisti. Se la grande distribuzione si avvia ad un ridimensionamento anche perché con i propri spazi è considerata luogo di assembramento e quindi è più facile contagiarsi, non va meglio ai piccoli negozi o ristoranti che hanno dovuto rivedere le loro distanze tra tavoli o debuttare sul web – attraverso i canali social – per riuscire ad arrivare alla propria clientela e magari conquistare nuovi possibili clienti.

C’è chi ne fa una battaglia contro i colossi come Amazon, c’è chi si ingegna con le proprie pagine Facebook o Instagram, chi si affida a piattaforme dove il costo non sia così pesante da sostenere. A Bergamo nelle ultime settimane abbiamo assistito a due debutti importanti: Ristora Bergamo e Bergamo Smart Shopping.

Due proposte che puntano a sostenere da una parte i ristoratori, dall’altra il piccolo commercio con consegne a domicilio anche nell’hinterland grazie anche all’accordo sottoscritto con Poste Italiane e con un obiettivo chiaro: tutti i mezzi di consegna sono elettrici per il rispetto dell’ambiente.

Bergamo Smart Shopping, Viscardi: “Un progetto che punta a durare anche dopo il Covid”

Nicola Viscardi, presidente del Distretto urbano del commercio di Bergamo, illustra il nuovo servizio per i negozi di Bergamo e dell’Hinterland

“È un progetto sperimentale ma punta a essere strutturale proseguendo anche quando non ci sarà più l’emergenza Coronavirus”.
Così Nicola Viscardi, presidente del Duc – Distretto urbano del commercio di Bergamo, illustra “Bergamo Smart Shopping”, iniziativa ad ampio respiro finalizzata a dare rinnovato slancio agli esercenti.

“Questo progetto consente la spedizione a casa, in ufficio o nel luogo che il cliente desidera da parte del negozio di vicinato. A erogare il servizio è una piattaforma privata: il mittente o il punto di ritiro è il negozio fisico mentre la destinazione è la location desiderata e può essere il luogo di lavoro, l’abitazione o qualsiasi indirizzo nel Comune di Bergamo e nella cintura dei Comuni confinanti. Il commerciante si impegna a far pervenire nel luogo indicato la merce gratuitamente a fronte di uno scontrino superiore ai 40 euro e la spedizione ha queste tempistiche: se l’acquisto viene fatto nel corso della mattinata viene consegnato nel pomeriggio, altrimenti entro la mattina successiva. Il cliente, poi, al prezzo di 6 euro può ricevere il tutto dove vuole entro 90 minuti dall’ordine: la velocità e l’offerta si stanno ampliando con l’aumentare delle registrazioni dei commercianti e sono paragonabili a quelle dei grandi players come Amazon e altre piattaforme di e-commerce”.

Il servizio ha un’importanza strategica. Viscardi evidenzia: “Credo che sia una forte leva differenziante che offriamo ai commercianti della città, non solo quelli del Distretto ma anche quelli di altre aree e non solo i piccoli negozi di vicinato: stanno aderendo anche molti franchising o realtà presenti a Bergamo ma che hanno punti vendita anche in altre regioni italiane. Partiamo con un centinaio di esercizi, che avevamo individuato come soglia per lanciare il servizio. Questo limite è dato soprattutto dal fatto che l’iniziativa debba avere una sua scalabilità economica e un suo monitoraggio. Oggi è un progetto sperimentale ma punta ad essere strutturale per il commercio anche in una fase non emergenziale. Ci stavamo lavorando da un annetto, quando il Covid ancora non c’era, e volevamo avviarlo come leva differenziante rispetto ad altre polarità off- e on-line piuttosto che il centro commerciale vicino, il grande player di settore o intersettoriale on-line e altri competitors. Credo che il sistema commercio di Bergamo possa reggere se c’è un giusto mix di attrattività e servizi da offrire ai suoi cittadini e consumatori. Non basta più raccontare la storia del piccolo negozio di vicinato che si prende cura del territorio: è un aspetto fondamentale ma non possiamo limitarci a quello dicendo che i grandi colossi sono grandi, brutti e cattivi. E non possiamo aspettare i tempi della politica, per esempio chiedendoci dove questi colossi possano pagare le tasse, come sfruttano o meno i loro dipendenti e se investano meno sul territorio o delocalizzano. Credo che sia giusto rimarcare che l’esercizio di vicinato abbia una funzionalità che va assolutamente oltre al bene o al servizio che vende perchè è una vetrina accesa, un presidio di sicurezza e di valore per il complesso abitativo che lo circonda, ma non possiamo limitarci a questo. Dobbiamo offrire servizi diversi e Bergamo Smart Shopping va verso questa direzione, cerca di dare un supporto concreto a un prezzo assolutamente concorrenziale per il commerciante. Abbiamo lavorato molto su questo punto e ringrazio PosteItaliane per la collaborazione: abbiamo contrattualizzato questo servizio a un prezzo nettamente concorrenziale per i commercianti rispetto a qualsiasi altro player, quindi risulta conveniente anche economicamente”.

“Il lockdown – prosegue il presidente del Duc Bergamosta cambiando le abitudini e le esigenze della clientela e Bergamo Smart Shopping rappresenta uno strumento per affrontare un mercato sempre più aggressivo al quale dobbiamo fare fronte con strumenti concreti”.

Tra qualche giorno si svolgeranno le prime spedizioni in città e nei Comuni limitrofi: è un inizio e Viscardi spera che “questo servizio rimanga in pianta stabile ai commercianti che vorranno aderire”.

Da segnalare, infine, un’attenzione particolare alla tutela dell’ambiente con il trasporto attraverso mezzi elettrici. “La volontà di fare progetti sostenibili anche dal punto di vista ambientale – conclude il presidente – è nell’asset strategico dei commercianti perché hanno un profondo legame con la città: se possono incidere all’esterno del negozio sono ancora più competitivi all’interno”.

La proposta di Amaddeo: “Fare rete per rispondere alla concorrenza di Amazon”

Roberto Amaddeo, proprietario del ristorante Da Mimmo, invita gli esercizi commerciali di Bergamo a fare rete per affrontare le difficoltà del presente e guardare al futuro

Fare rete per affrontare i problemi del presente ma anche per guadare al futuro e rispondere alla concorrenza di grandi colossi come Amazon. È questa la proposta che Roberto Amaddeo, proprietario del ristorante Da Mimmo, rivolge agli esercizi commerciali di Bergamo per far fronte alle nuove esigenze generate dall’emergenza Coronavirus.

“Propongo di consorziarci, unire le esperienze delle diverse attività e riuscire a confrontarci sia sugli errori sia sulle buone pratiche che già ci sono, ma soprattutto metterci insieme nei servizi e nella logistica. Ognuno mantiene la propria specificità ma avere un distretto che possa fungere al tempo stesso da marchio e da richiamo sarebbe importante. In questo progetto confluirebbero tutte le piccole o grandi economie locali che hanno la filiera corta: ristoranti, agricoltori e pasticceri fanno rete per condividere i servizi, i trasporti e anche i problemi”.

L’avvio dell’esperienza di RistoraBergamo, sito unico di delivery, è scaturito proprio da una visione d’insieme delle attività di ristorazione. “Il delivery rappresenta un aspetto importante per ripartire. Nel futuro immagino che gli assembramenti faranno comunque paura, quindi preferiremmo tutti quanti avere una città che abbia cultura e spazi più diffusa, anche dei limiti nei numeri ma, agendo in un’ottica d’insieme, possa trasmettere anche la propria offerta commerciale”.

È un aiuto anche per far fronte a grandi colossi come Amazon. “È una prima risposta ai colossi che forniscono un servizio, ricevono una parte del guadagno, in parte a volte ti sfruttano e comunque non producono una forza lavoro importante in relazione al fatturato che realizzano. Inoltre questa proposta permette di rivalutare i contadini, la campagna e la piccola agricoltura. La terra è sicuramente una delle strade che devono prendere i nostri giovani per trovare un lavoro: vuol dire puntare sulla filiera corta e servizi ai ristoranti: dal lockdown si può imparare che unendoci possiamo ridare economia”.

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