Da critico a protagonista. Non deve essere un percorso facile né tantomeno una sfida da affrontare a cuor leggero. Eppure Alberto Mattioli, giornalista de La Stampa, già corrispondente da Parigi, appassionato di musica lirica, non si è lasciato sfuggire l’occasione di essere parte del Donizetti Opera 2020 che si apre venerdì 20 novembre a Bergamo.
In questa video intervista, tra una prova e l’altra, Mattioli racconta il suo ruolo di dramaturg: una figura in Italia finora quasi sconosciuta nel campo della lirica, ben collaudata invece all’estero dove il critico è solito frequentare i maggiori festival operistici.
Confessa il suo amore per Bergamo, ma soprattutto ammette che è entrato a far parte della squadra del Donizetti Opera perché il musicista bergamasco è uno dei cinque maggiori compositori italiani più rappresentati all’estero, di una grandezza ancora da scoprire anche in un’opera come quella di “Marino Faliero“.
E, anche se è entrato nello staff a calendario definito, poi rimodificato più volte per via della pandemia del Covid, si sente orgoglioso di questo festival che debutta sulla web tv.
“È un esperimento che a livello internazionale è unico, nessun teatro lo ha ancora fatto. Qui stiamo parlando di un intero festival su web tv che permetterà di essere visto in tutto il mondo con un comodo e accessibile abbonamento – afferma Mattioli -. Anche solamente per questo credo il Donizetti Opera sia una splendida avventura che racconterò con piacere. Quando mi è stata proposta, non ho esitato un attimo: un’occasione unica per entrare nella complessa macchina di un festival lirico. Certo non potrò scrivere, ma vedrò in prima persona tutta gli ingranaggi di un manifestazione così prestigiosa in un tempo non certo facile come quello che stiamo vivendo per il Covid”.
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