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Entusiasti e sdegnati: fa discutere lo spot tedesco per combattere la pandemia

Cinzia Xodo, formatrice, fondatrice di TEDxBergamo e speaker coach TEDxPescara, condivide su Facebook un lungo post, in cui definisce la comunicazione “irrispettosa di chi si rimbocca le maniche ed ogni giorno lavora, studia, fa la sua parte con entusiasmo”.

C’è chi lo definisce “geniale” e chi “sarcastico, fuori luogo, cinico e per niente costruttivo”.

Stiamo parlando dello spot del governo tedesco che invita le persone a stare a casa e combattere così, con l’arma della “pazienza” e dal “fronte del divano”. Per combattere la pandemia basta essere “pigri come procioni“. È il messaggio chiave del video costruito come se fosse un documentario storico sul tempo che stiamo vivendo oggi.

Il protagonista è un anziano signore che racconta, da un futuro immaginario, come da ventenne fronteggiò il coronavirus nell’inverno del 2020. A quell’età avrebbe voluto studiare, uscire, andare a bere con gli amici e invece un pericolo “invisibile” stava minacciando il mondo. “Il destino del loro paese era nelle loro mani” e lui e la sua generazione divennero eroi facendo una sola cosa: restando a casa, sul divano.

Il sottofondo musicale è enfatico, epico. Il tono della narrazione è greve, serio. Il cambio di registro arriva al punto in cui si lancia il messaggio chiave: non fare niente, “assolutamente niente”. Da qui in poi, la tensione drammatica si scioglie e si svela l’arcano. Si chiude con un messaggio forte e chiaro: “Diventa anche tu un eroe. Resta a casa“.

Lo spot, diventato virale in rete, è destinato a dividere il pubblico tra entusiasti e sdegnati.

Cinzia Xodo, formatrice, fondatrice di TEDxBergamo e speaker coach TEDxPescara, condivide su Facebook un lungo post, in cui definisce la comunicazione “irrispettosa di chi si rimbocca le maniche ed ogni giorno lavora, studia, fa la sua parte con entusiasmo”.

Una pubblicità che proprio non fa sorridere.

Ad ascoltare – continua – i racconti dei genitori degli ultimi otto mesi tra depressione ed obesità, abbandono da parte delle istituzioni, della scuola, no, non mi fa proprio impazzire questa adv (pubblicità, ndr). Mi sembra strafottente inserita nel contesto Italia.

Mi ricorda molto il tema bamboccioni, che però erano anche la generazione mille euro… che ora manco i mille euro…

Ora “eroi” perché tanto gli è stato “solo chiesto di fare i fannulloni”.

Quando la felicità nasce dalle relazioni, oltre che dall’essere e dal fare, dall’opera, dal mettere in atto le proprie competenze e vederle maturare, magari al servizio degli altri e della comunità.

Come avvenuto grazie alla distribuzione di mascherine a Bergamo grazie ai ragazzi volontari durante la prima ondata.

In Germania il problema sono i pub e la vita sociale?

Forse l’hanno potuta mettere in onda perché in Germania tengono le scuole aperte nonostante il covid ed avevano una mentalità ed una gestione delle scuole totalmente diversa, anche pre-covid.

Perché in Germania conti sullo Stato non sulla famiglia, cioè esattamente il contrario della nostra cultura”.

Una comunicazione che nulla c’entra con la realtà italiana.  Come se il grande problema fosse uscire ed andare a divertirsi. I ragazzi oggi han ben altro di cui preoccuparsi (…).

Si chiede la Xodo:

“Prova ad immaginare di essere iscritto ad una università da 8-10-14 mila euro annui, e trovarti a casa, senza aver ancora conosciuto i tuoi compagni di corso o i docenti.

E magari nel frattempo non avevi disdetto l’affitto nella città dell’Università perché eri fiducioso.

Magari ti eri pure iscritto a medicina o a infermieristica perché hai pensato che fosse giusto rimboccarti le maniche e fare la tua parte.

Volevi dare il tuo contributo.

Oppure sei in prima superiore, dovresti conoscere professori e nuovi compagni, prendere un nuovo ritmo… come sopra …senza trasferimento.

Sarò forse troppo positiva, ma continuo a credere che ci siano tantissimi giovani che hanno voglia di studiare, l’hanno sempre avuta, hanno voglia di fare, l’hanno sempre avuta, hanno voglia di relazionarsi, l’hanno sempre avuta, hanno voglia di realizzarsi, e l’hanno sempre avuta.

Non togliamogliela.

Io davvero non me la sento di deriderli al motto: quando ti guarderai indietro ti sembrerà una passeggiata… non ti è stato chiesto nulla in fondo!”

Al dì là del giudizio sulla creatività dello sport (che a noi è molto piaciuto per originalità ed efficacia) nel merito, cosa ne pensate?

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