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L'intervista

Tamponi fai-da-te, Marinoni: “Non mi sembra un valido approccio di sanità pubblica”

Il dottor Guido Marinoni, presidente dell'Ordine dei Medici di Bergamo, si esprime sui tamponi fai-da-te che si stanno sperimentando in Veneto.

“È difficile che questi test possano avere una reale valenza di salute pubblica”. Così il dottor Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo, si esprime sui tamponi fai-da-te che si stanno sperimentando in Veneto.

Presentati in anteprima dal governatore Luca Zaia, saranno eseguibili in autosomministrazione con l’obiettivo di rilevare la propria eventuale positività al Coronavirus. Abbiamo intervistato il dottor Marinoni per raccogliere le sue impressioni.

Cosa pensa dei tamponi fai-da-te?

In un momento come questo tutto ciò che può dare informazioni può avere una sua utilità però in questo caso manca tutta la sequela connessa allo svolgimento del tampone, cioè la certificazione, la definizione della quarantena, la conferma, l’isolamento… e una soluzione fai-da-te serve a poco da questo punto di vista. Quando si parla di tamponi rapidi eseguiti dai medici di medicina generale il problema non è tanto il fatto che a eseguirli sia il medico ma che sia presente perchè è un pubblico ufficiale: il problema è la certificazione, bisogna capire se il paziente ha sintomi o meno, se ha avuto contatti con gli altri ed eventualmente quanto tempo prima di contrarre il virus. È una serie di decisioni che ha in parte valenza clinica e in parte amministrativa: all’autorità di sanità pubblica poco importa che la persona a casa sua si sia fatto il tampone perchè non si sa se dice il vero oppure no: chi lo attesta?

Questi test, quindi, non faciliterebbero il tracciamento?

Potrebbero farlo ma poniamo il caso che fossi un artigiano che deve lavorare per sopravvivere: se il tampone risultasse positivo cosa faccio? Magari potrei tenere il risultato per me e gettare via tutto. Ho letto che dopo aver effettuato il tampone fai-da-te la persona può inserire l’eventuale positività in un software e poi verrà contattata, ma l’inserimento dipende dalla sua volontà. È difficile, quindi, che questi test possano avere una reale valenza di salute pubblica.

Svolti a casa sono attendibili?

L’attendibilità non è così scontata: chi può garantire che tecnicamente vengano eseguiti correttamente? Alcuni test, come quello per i diabetici, possono essere effettuati a casa ma se i valori risultano alterati devo recarmi dal medico. Nel caso dei tamponi, però, non si tratta solamente della salute personale: è in gioco la salute pubblica. Inoltre c’è il rischio che si generi più confusione.

Ci spieghi

I tamponi non vanno realizzati indistintamente a tutte le persone, comprese quelle che non hanno disturbi ma a chi ha sintomi e a chi è stato in contatto. Sono strumenti di sanità pubblica: hanno una funzione ben precisa e per definizione non sono fai-da-te.

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