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Intesa cede 77 filiali Ubi a Bper, 18 in città a Bergamo: scompare un pezzo di storia

Solamente in città cambieranno insegna 18 sportelli. Non sono pochi, soprattutto sono filiali che hanno un valore simbolico non indifferente.

In provincia di Bergamo 84 filiali cedute a Bper, di queste 77 sono di Ubi Banca nata dalle fusioni compiute negli anni dalla Banca Popolare di Bergamo. Solamente in città cambieranno insegna 18 sportelli. Non sono pochi, soprattutto sono filiali che hanno un valore simbolico non indifferente.

Partiamo dalla filiale di Città Alta su via Gombito, in via Borgo Palazzo saranno due le insegne Ubi a sparire, via quella di Piazza Pontida, di Borgo Santa Caterina, in via dei Caniana davanti all’Università, in via San Bernardino accanto alla Siad, in via Palma il Vecchio, in via Camozzi, via Corridoni, via Mattioli, in Piazzale Risorgimento a Loreto solo per passarne in rassegna alcune. Filiali che hanno profonde radici e legami con la città.

Chi ha compiuto questa operazione conosceva benissimo la storia di Ubi Banca. Basta guardare Milano dove si cedono la storica sede in via Alessandro Manzoni e in via Moscova, un tempo sede della Commercio e Industria. Così anche a Brescia.

Spariscono le insegne di Ubi, ma basterà cambiare il nome ad una banca per mantenere la stessa fiducia? Dilemma non da poco.

Non va meglio alla provincia dove a cambiare insegna sono le filiali di Dalmine, Treviglio, Leffe, Albano Sant’Alessandro, Sarnico, Calusco d’Adda, Lovere, Scanzorosciate, Clusone, Carvico, Nembro, Albino, Almè, Villa d’Almè, Cisano Bergamasco, Stezzano, Chiuduno, Verdello, Curno, Gandino, Almenno San Bartolomeo, Brignano Gera d’Adda, San Pellegrino, Fontanella, Val Brembilla, Costa Volpino, Calcio, Arcene, Berbenno, Telgate, Valbrembo, Bonate Sopra, Comun Nuovo, Vilminore di Scalve, Sovere, Romano di Lombardia, Schilpario, Grumello del Monte, Bossico, Sedrina, Telgate, Cazzano Sant’Andrea, Colere, Caprino Bergamasco, Treviolo, Dossena, Taleggio, Suisio, Torre Boldone, Adrara San Martin, Casirate d’Adda, Treviolo.

“Al tavolo è stata descritta l’operazione da parte delle tre aziende, Intesa Sanpaolo, Bper e Ubi, con un’informativa che ha rivelato i dettagli delle cessioni, con l’elenco delle unità produttive cedute. Complessivamente saranno coinvolti 5.107 lavoratori spiega Pierangelo Casanova, referente nazionale Fisac-Cgil per il gruppo Ubi e segretario generale della categoria Cgil dei bancari di Bergamo.

Per Ubi, in particolare, saranno ceduti 587 punti operativi della rete, di cui 455 filiali con autonomia contabile e 132 prive di autonomia, per complessive 4.413 persone. Sono inclusi coloro che pur non appartenendo alle filiali curano la relazione con le diverse tipologie di clientela che vi è radicata, per un totale di 247 persone che gestiscono clientela Private, Corporate e Large Corporate. Saranno inoltre cedute funzioni ritenute necessarie a garantire l’operatività delle filiali oggetto di cessione, gestite nelle MAT e in alcune strutture di sede centrale sia di Ubi che di Ubis (rispettivamente 314 e 85 lavoratori). Per Intesa Sanpaolo la cessione coinvolge 31 filiali retail e 2 sportelli senza autonomia contabile nonché 6 filiali e 16 distaccamenti exclusive.

“In provincia di Bergamo sono 84 le filiali cedute a Bper, di cui 77 di Ubi Banca (oltre la metà degli sportelli attuali). Solo in città cambieranno insegna ben 18 sportelli” prosegue Casanova. “Purtroppo mancano al momento alcuni elementi di dettaglio relativi in particolare a strutture che saranno solo parzialmente oggetto di cessione a Bper. Il confronto relativo alle ricadute sui lavoratori inizierà con il prossimo incontro previsto per il 24 novembre. In quella sede come Fisac-Cgil avanzeremo in via preliminare una serie di richieste di chiarimento sul perimetro del ramo d’azienda e sulle motivazioni che hanno guidato la sua costituzione. Si tratta di un’operazione che, unitamente all’integrazione di UBI in Intesa Sanpaolo, modifica profondamente il panorama del settore finanziario nel nostro Paese. Non possiamo inoltre dimenticare che l’iniziativa viene attuata nel mezzo di una situazione di grave emergenza sanitaria, aggiungendo alle incertezze che tutti stiamo vivendo anche quelle che derivano dai cambiamenti lavorativi e di azienda. Garantiremo il massimo impegno per tutelare l’occupazione, i diritti contrattuali, la professionalità e le condizioni di lavoro di tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti”.

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