Nel Belgio colpito al cuore, pesantemente, dalla pandemia, il primo ministro Alexander De Croo ha istituito una figura che possa aiutare chi è solo o si sente particolarmente solo nel lockdown: il compagno di coccole. Si tratta di un sostegno pensato per mantenere la salute mentale dei confinati.
“Il nostro Paese è in uno stato di emergenza – ha spiegato il ministro -, in molti ospedali le capacità sono già superate e per questo dobbiamo invertire la curva. L’unica risposta è tutelare il sistema sanitario e per farlo bisogna evitare il più possibile ogni contatto fisico”. Però… si può fare un’eccezione, legalmente accettata: “Ogni membro della famiglia ha diritto a un ‘compagno di coccole’ (knuffelcontact). Le famiglie possono invitarne a casa uno solo alla volta. Solo chi vile da solo può invitare una persona oltre al proprio contatto di coccole, non contemporaneamente”.
L’obiettivo è di evitare quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva già affermato nel mese di marzo ovvero che nel 2020 la depressione sarebbe stato il disturbo mentale più diffuso al mondo e la seconda malattia più frequente dopo le malattie cardiovascolari. E l’isolamento sociale è un fattore di rischio non solo rispetto alla depressione e alle malattie mentali ma anche anche per malattie fisiche.
La questione non è limitata al contatto fisico ma proprio alla presenza dell’altro accanto a sé, altrimenti si potrebbe pensare che le persone meno espansive o che appartengono a culture in cui c’è una limitazione culturalmente determinata di abbracci, baci e contatti fisici, ne risentano di meno ma non è così.
© Riproduzione riservata
commenta