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Consiglio comunale

Gori ai leghisti: “Voi in un corteo non autorizzato giustificate la violenza”

Passa all’unanimità l’ordine del giorno che condanna la manifestazione sotto casa del sindaco di Bergamo e le manifestazioni di violenza nei confronti dei consiglieri

Era prevedibile: il consiglio comunale della serata di lunedì 9 novembre non poteva non parlare e discutere della manifestazione che si è svolta giovedì 5 novembre, all’alba di un nuovo lockdown per Bergamo e la Lombardia.

Un corteo formato da commercianti, baristi, ristoratori e semplici cittadini che, arrabbiati e preoccupati per un futuro incerto e fatto di privazioni, hanno protestato a gran voce tra le vie cittadine: dal centro fino a Via Osmano dove si trova l’abitazione del sindaco.

Su quella serata sono stati presentati due ordini del giorno che hanno fatto discutere l’Aula nella sua seduta a distanza. Al centro: il ruolo o meno e la presunta presenza dei consiglieri comunali della Lega Stefano Rovetta e Alberto Ribolla non solo alla manifestazione, ma, specialmente, sotto la casa di Gori.

“Il Consiglio Comunale dichiara l’inequivocabile e ferma dissociazione di ciascun consigliere comunale e del Consiglio nel suo complesso da questo pericoloso episodio e l’impegno ad adoperarsi sempre nel contenere le manifestazioni di dissenso nel perimetro del confronto civile”. Si legge nell’ordine urgente firmato dalla maggioranza con la prima firma di Massimiliano Serra (PD) che, nella discussione, ha precisato “quanto sia anche inopportuno che i consiglieri della Lega presenti alla manifestazione non abbiano subito precisato la loro distanza dai fatti accaduti presso l’abitazione del Sindaco”.

Congiunto all’ordine del giorno della maggioranza, quello della minoranza in cui viene chiesto di “condannare tutti gli episodi di violenza verbale sia nei confronti dei consiglieri comunali ingiustamente oltraggiati e sia nei confronti del sindaco Giorgio Gori”, riferendosi alle accuse indirizzate da media e cittadini via social e non solo ai consiglieri della Lega per la loro partecipazione alla manifestazione. Su questo si è accesa la querelle in Aula fino a tarda sera.

Tranchant l’intervento del primo cittadino che, con il suo discorso, ha voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe in aggiunta alle dichiarazioni già rilasciate alla stampa in merito a ciò che è accaduto.

“Mi scuso per aver usato durante un’intervista la parola ‘aizzare’ inerente al ruolo della Lega quella sera – dichiara Gori –. Ma non si può prescindere da un fatto: che voi eravate in una manifestazione non autorizzata. E già questo è motivo di censura nei confronti di rappresentanti dei cittadini eletti che non devono mai compiere atti che assecondino la violazione della legge. Voi avete visto che già sotto Palazzo Frizzoni la manifestazione era fortemente indirizzata contro la figura del sindaco e non avete fatto niente, anche se voi sapete perfettamente quali sono le competenze di un sindaco che certamente non riguardano la zona rossa”.

“Non siete venuti sotto casa mia e prendo atto che non avete partecipato ai cori. Ma trovo che il condividere sui propri profili social foto e video degli slogan offensivi contro di me sia molto più grave che non essere stati in piazza a insultarmi: perché condividere questi video è un modo per giustificarli”, conclude il sindaco dopo aver elencato i diversi post comparsi sui social”.

Chiedendo, infine, di dimostrare la chiara presa di distanza da parte della Lega nei confronti di quanto successo cancellando i video e i post pubblicati sui propri profili e di approvare l’ordine del giorno di sostegno della maggioranza.

I consiglieri leghisti, precisando di non aver postato video con insulti od offese, hanno dichiarato di aver comunque cancellato quanto avevano pubblicato nell’ottica di rasserenare gli animi.

Approvato alla fine all’unanimità. Non solo, in seguito alla discussione e alla modifica congiunta tra maggioranza e minoranza di alcune parti dell’ordine presentato da Serra, il documento della Lega è stato ritirato. E nel nuovo Ordine del giorno c’è la condanna a tutte le violenze verbali a tutti i consiglieri comunali ed esponenti politici.

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