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Enrico ricci

Zona rossa al via, il prefetto di Bergamo: “Forze dell’ordine in strada per informare e dissuadere”

Nuove restrizioni, scattano i controlli: "Tutti vogliamo lasciarci questo periodo alle spalle, confido nel senso di responsabilità dei bergamaschi"

Torna la zona rossa, tornano le restrizioni e pure i controlli per farle rispettare. Ma in questa primissima fase, il lavoro delle forze dell’ordine sarà improntato soprattutto su due parole-chiave: “informazione e dissuasione”. Le scandisce chiaramente il prefetto di Bergamo, Enrico Ricci, anche alla luce dei continui cambiamenti delle disposizioni in vigore. Le stesse che a marzo e aprile – all’inizio del lockdown, tanto per intendersi – avevano mandato in confusione molti cittadini, già abbastanza provati dall’emergenza sanitaria.

“Orientare e informare le persone sulle regole da seguire sarà il primo compito delle forze dell’ordine – ribadisce il prefetto -, come stabilito durante l’ultima riunione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza”. Morale: l’approccio sarà di quelli ‘soft’. Prima di una “seconda ondata” di controlli, si vuol dare ai cittadini il tempo di prendere confidenza con le nuove misure, instaurando un clima di fiducia e collaborazione.

“Contiamo sul fatto che tutti siano rispettosi delle norme, come è stato fino a oggi – sottolinea Ricci -. In questi mesi abbiamo controllato migliaia di persone e attività, solo in piccola percentuale abbiamo riscontrato situazioni di mancato rispetto”. Esemplificativo in tal senso l’ultimo giro di controlli anti-Covid del 4 novembre: 1.186 persone e 112 esercizi controllati, una sola sanzione elevata (ultimi dati disponibili).

Il testo del Dpcm prevede nelle zone rosse il divieto di spostamenti tra regioni e comuni salvo “comprovate motivazioni di lavoro, salute o necessità”. Altre parole-chiave da tenere bene a mente. Sono poi chiusi tutti i negozi ad eccezione di supermercati, farmacie, edicole e tabaccai. Rimangono aperti i parrucchieri, ma non i centri estetici. Sono vietate le attività sportive di gruppo; resta consentito svolgere attività motorie, ma solo nelle vicinanze della propria casa. Stop anche a bar, locali, gelaterie e pasticcerie. I ristoranti possono effettuare la consegna a domicilio e l’asporto fino alle 22, ora in cui scatta il coprifuoco nazionale. Le nuove restrizioni dureranno almeno 14 giorni. Dopodiché, se la situazione epidemiologica lo consentirà, potranno essere riviste e nel caso alleggerite.

Polizia e carabinieri perlustreranno le strade, mentre ai vigili va il compito di controllare gli esercizi commerciali. Chiunque potrà essere fermato ed obbligato a mostrare l’autocertificazione (nella zona rossa da tenere praticamente a portata di mano). “I controlli saranno attenti e scrupolosi” assicura il prefetto, ricordando come il contesto sia variato rispetto a marzo e ad aprile. “Oggi le attività produttive sono aperte, come le scuole fino alla prima media. C’è una massa di persone che può legittimamente circolare”.

La prospettiva di un nuovo lockdown ha sollevato del dissenso in provincia, anche tra le diverse forze politiche. Nell’arco dell’ultima settimana si sono verificate diverse proteste. L’ultima giovedì sera, culminata in un presidio davanti all’abitazione privata del sindaco Giorgio Gori. “Se temiamo per la tenuta sociale del territorio? No, tutti vogliamo lasciarci presto alle spalle questo periodo – commenta il prefetto Ricci -. Confido nel senso di responsabilità e unità di tutti i bergamaschi”.

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