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La lettera

Un commerciante: “Abbiamo il diritto di protestare, non eravamo contro Gori” fotogallery

Le spiegazioni del titolare del Pi Greco di via Sant'Orsola: "Dispiace che la protesta sia passata come atto incivile e irresponsabile".

La manifestazione organizzata giovedì sera da alcuni commercianti bergamaschi, con appuntamento in piazza Matteotti di fronte al Comune di Bergamo, ha visto la partecipazione di centinaia di persone che hanno espresso la propria contrarietà verso le decisioni del governo, che con l’ultimo decreto firmato dal premier Conte e soprattutto con l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza hanno classificato la Lombardia come zona rossa, vale a dire caratterizzata da uno “scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto”.

Molti dei partecipanti alla manifestazione da piazza Matteotti si sono poi spostati in città alta, per portare la protesta sotto casa del sindaco Giorgio Gori.

Una decisione che ha generato una lunga serie di reazioni, con associazioni di categoria e rappresentanti politici che hanno preso le distanze da quanto accaduto nella seconda parte della serata (Leggi qui le reazioni).

A fare un po’ di chiarezza, ora, ci prova un commerciante del centro, il titolare del Pi Greco di via Sant’Orsola, che spiega le ragioni di chi è sceso in piazza e l’obiettivo della protesta.

“Mi dispiace molto che la manifestazione di ieri (giovedì 5 novembre ndr) sia passata come un atto incivile, irresponsabile e fuori tempo.

Io purtroppo sono uno delle tante vittime di questo sistema, che da oggi si ritrova a dover abbassare la saracinesca, ancora una volta.. ma accanto alla mia bottega, molte altre hanno la possibilità di rimanere aperte.

La mia domanda è perché? Quali criteri hanno deciso che, ad esempio, un negozio di parrucchiere sia più ‘necessario’ di un centro estetico? Il mio piccolo negozio a conduzione famigliare di 60mq, organizzato ormai da mesi con tutte le cautele covid (quindi gel igienizzante, entrate contingentate ed igienizzazione post vendita) era davvero fonte di contagi?

Ora mi ritrovo costretto, ancora una volta, a dovermi rimboccare le maniche da solo, perché il governo mi ha abbandonato, dopo tutti i sacrifici che già avevo fatto dopo l’ondata di marzo che aveva colpito la mia povera città, Bergamo.

Tutti noi qui abbiamo perso qualcuno… un amico, un nonno… si una generazione intera qui a Bergamo è volata in cielo, quindi sappiamo bene che le norme VANNO RISPETTATE e l’abbiamo sempre fatto!

Noi bergamaschi a marzo abbiamo chiuso SPONTANEAMENTE le nostre botteghe, prima ancora di ricevere l’ordinanza, per tutelare la salute di tutti.

Ma ora che la situazione almeno a Bergamo era ‘sotto controllo’, permettetemi di dire, anziché darci la piccola possibilità di risollevarci almeno economicamente, ci avete tagliato le gambe e ci volete togliere anche la possibilità di protestare.

Sono esausto da questo sistema che vede la protesta di ieri come atto incivile… l’obiettivo, almeno parlo personalmente, era quello di far comprendere al nostro primo cittadino, unico portavoce del popolo, i sentimenti che in questo momento sta provando la maggior parte dei commercianti di Bergamo.

Non voleva essere assolutamente una manifestazione contro Gori e me ne dispiace se è passato questo messaggio.

Con rammarico.

Pi Greco, Bergamo”

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