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Le reazioni

Manifestanti sotto casa di Gori: “Atto provocatorio, varcato il limite del rispetto”

In 300 protestano contro il Dpcm. Il vicesindaco Gandi: "Il sindaco non c'entra nulla". Il pd bergamasco: "Atto indegno e pericoloso per la città"

Si sono spinti fin sotto l’abitazione del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, i circa 300 manifestanti che giovedì sera sono scesi in piazza per protestare contro il nuovo Dpcm del governo. In mezzo ai commercianti, titolari di Partite Iva, ristoratori, baristi, anche dei anche militanti di CasaPound.

Tutto è partito da un volantino circolato nel pomeriggio sui social network, che invitatava a ritrovarsi alle 21 in piazza Matteotti, davanti alla sede del Comune, “per protestare pacificamente contro questo assurdo Dpcm”. Da Palafrizzoni il corteo si è poi spostato, imboccando viale Vittorio Emanuele e salendo in Città Alta, tra fumogeni e canti dell’inno nazionale.

Non mancano le reazioni a quanto accaduto. Prima in ordine di tempo quella del vicesindaco di Bergamo, Sergio Gandi: “Scendere in piazza è un diritto, così come fare sentire la propria voce. Ma oggi si è varcato un limite che sempre deve essere osservato, quello del rispetto delle persone – ha scritto su Facebook -. I manifestanti hanno scelto di ammassarsi sotto l’abitazione privata del Sindaco, che del dpcm governativo e dell’ordinanza Ministro della Salute – Presidente della Regione Lombardia non è firmatario. Si è scelta una modalità che nulla ha a che vedere con i luoghi della politica e delle Istituzioni e nei riguardi di una persona che non ha deciso i provvedimenti contestati. I commercianti hanno le loro ragioni, assolutamente rispettabili. Ma non sono accettabili i modi, né si comprende il senso”.

Alla presa di posizione del vicesindaco segue a stretto giro quella di tutto il Pd bergamasco. “Il Partito Democratico – si legge in una nota – difende tutte le modalità di partecipazione e di libera espressione del dissenso che si muovono nella correttezza e nelle regole. Quanto avvenuto, invece, non è dignitoso per la nostra città ed è estremamente pericoloso. Le categorie maggiormente toccate dalla crisi stanno subendo un ulteriore duro colpo da questa seconda ondata e tutti siamo impegnati a sostenere misure che aiutino concretamente chi ne ha più bisogno. Ma quello che stiamo vivendo non può giustificare in alcun modo atti provocatori come quelli di questa sera. Ancora più scandaloso é che alcune forze di destra, da anni al governo regionale, anziché assumersi le proprie responsabilità e aiutare a gestire la situazione, scelgano di provocare e strumentalizzare il disagio pensando così forse di scaricare le proprie pesanti responsabilità. Bergamo e i bergamaschi meritano di certo di meglio rispetto a questo misero gioco”.

Anche il Distretto del Commercio cittadino prende le distanze da quello che è successo: “Come cittadino bergamasco e come presidente del Distretto del Commercio di Bergamo voglio dissociarmi con fermezza dalla irresponsabile manifestazione di questa sera – le parole del presidente Nicola Viscardi -. Le persone civili non vanno sotto casa di nessuno minacciando di ‘andare a prenderlo!’. Farlo poi negando l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e mettendo tutti in pericolo non indossando le mascherine e assembrandosi è ancor più grave. Credo che i commercianti siano molto diversi da questa ignobile manifestazione e che le loro evidenti fatiche non possano essere strumentalizzate da nessuna appartenenza politica o altro. Esprimo la mia solidarietà al sindaco Giorgio Gori e mi auguro che altri commercianti prendano le distanze da quanto accaduto questa notte a Bergamo”.

Ascom Confcommercio Bergamo e Confesercenti Bergamo si dicono “sorpresi” della manifestazione e della “deriva violenta che ha preso”, fino a raggiungere l’abitazione privata del sindaco. “Rabbia e frustrazione, generate dal difficile momento che molti imprenditori vivono sulla propria pelle – si legge in una nota – sono comprensibili, ma la determinazione a rappresentare i propri interessi non può mai deviare da forme pacifiche di manifestazione e dal rispetto verso chi rappresenta le istituzioni. Facendoci interpreti del sentimento di molti imprenditori e associati, esprimiamo solidarietà al sindaco Gori”.

Per il M5S Devis Dori: “Esprimo la massima solidarietà al sindaco per l’intimidazione subita. In primavera la
città di Bergamo ha mostrato a tutto il mondo la sua dignità e il coraggio nell’affrontare l’epidemia. Bergamo però ha ricevuto anche l’aiuto e il sostegno del resto d’Italia, anche accogliendo i nostri malati quando i nostri ospedali erano pieni. Dobbiamo guardare oltre i meri confini territoriali: da questa emergenza ne possiamo
uscire solo con la solidarietà. La politica – conclude – ha il dovere di intercettare la sofferenza e di prendere scelte
difficili, ma deve anche essere compatta a condannare i toni divisivi e atteggiamenti intimidatori come quelli subiti dal sindaco Gori. Dobbiamo sentirci parte di un unico destino, ognuno deve dare il suo contributo”.

Pur con la protesta storicamente nel loro Dna, Cgil, Cisl e Uil di Bergamo intervengono per condannare la manifestazione. “Abbiamo una lunga e consolidata esperienza nell’organizzare iniziative di protesta, anche in momenti molto difficili e delicati. L’ultimo nostro presidio in ordine di tempo, quello dei metalmeccanici, è stato sospeso per senso di responsabilità e per contribuire ai provvedimenti di contenimento della pandemia (lo sciopero, invece confermato, ha avuto adesioni altissime). Ora, proprio perché ben consapevoli di cosa significhi scendere in piazza, condanniamo con fermezza la manifestazione di ieri sera contro il Sindaco di Bergamo” dichiarano oggi i tre segretari generali Giovanni Peracchi della Cgil, Francesco Corna della Cisl e Angelo Nozza della Uil provinciali. “Soprattutto è inaccettabile pensare di manifestare dissenso e protesta presso l’abitazione privata di un libero cittadino – e anche un sindaco lo è – al di fuori del suo ruolo istituzionale. Sono tempi duri e difficili; auspichiamo che si alzi il livello di responsabilità e di comunità che ci ha contraddistinto nella prima fase della pandemia, sempre con la piena consapevolezza che davanti a tutto viene la salute, poi vengono le questioni economiche, che naturalmente non vanno mai sottovalutate”.

Nel tardo pomeriggio di venerdì anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha manifestato la propria vicinanza al primo cittadino bergamasco: “Solidarietà e vicinanza al sindaco di Bergamo Giorgio Gori. La protesta e il dissenso sono legittimi, ma non devono mai trascendere in atteggiamenti violenti e minacciosi”.

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