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Associazione persone down bergamo

Covid, nella grande difficoltà la resilienza dei ragazzi down: “Un esempio per tutti”

Il duro percorso verso la conquista dell’autonomia fortemente intaccato dall’emergenza, specialmente per quanto riguarda il mondo del lavoro

Il Covid-19 ha stravolto le vite di tutti quanti. Abbiamo abbandonato la quotidianità che conoscevamo, rimodulato le esperienze, rivisto i rapporti e affrontato lutti prematuri.

A risentirne, sono soprattutto i cittadini più fragili. Lo sa bene l’Associazione Italiana Persone Down di Bergamo (Aipd) che sostiene più di 40 giovani adulti con sindrome di Down che, tra avventure, fatiche e gioie, vivono il proprio personale percorso di crescita verso l’autonomia.

Un viaggio fortemente intaccato dall’emergenza Covid: nella prima ondata e nella seconda che, ahinoi, ci stiamo preparando ad affrontare.  “Abbiamo riscontrato una fatica generale – spiega Francesca Marinelli, Coordinatrice Area Giovani AIPD Bergamo -. Alcuni dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze dopo il lockdown hanno potuto riprendere il proprio lavoro, ma altri non hanno potuto ritornare per la difficoltà da parte di aziende e realtà lavorative dopo l’emergenza sanitaria ed economica ad includere una categoria fragile come quella dei giovani adulti down”.

La difficile situazione economica, infatti, ha costretto alla chiusura o alla rimodulazione del lavoro di numerose imprese mettendo in pausa l’inserimento lavorativo dei cittadini più fragili. “Nonostante tutto, però, i nostri ragazzi hanno dimostrato risorse inaspettate che ci hanno tanto emozionato – continua Marinelli -. Hanno mostrato una grande capacità di resilienza, di combattere la paura e di vivere con grande spirito di adattamento. E non era scontato. Il vedersi, avere relazioni vere, abitare in una dimensione di normalità, continuare a lavorare e godere di un tempo libero scelto in libertà, sono tutti elementi fondamentali per poter intraprendere il percorso dell’autonomia. Il venir meno di questi fattori non era una situazione facile da gestire: e invece sono stati eccezionali e continuano ad esserlo”.

Per le ultime restrizioni imposte, l’Aipd Bergamo ha dovuto rinunciare a numerosi progetti: come quello dedicato al tempo libero con attività al cinema, al bowling e al bar o alla residenzialità in cui i ragazzi e le ragazze del centro vivono la totale autonomia (senza, quindi, la supervisione di educatori e famiglie) per un intero weekend.

“Abbiamo dovuto bloccare la residenzialità perché non era fattibile con le nuove restrizioni sui rapporti non tra congiunti. I ragazzi sono molto tristi per questo, ma come prima hanno dimostrato ancora una volta un grande spirito di adattamento. Sono un grande esempio per tutti. E noi educatori ci siamo messi al lavoro per rimodulare tutti i progetti che, per forza di cose, per poter ancora sussistere devono essere modificati, così per non venire mai meno alla nostra missione di garantire l’autonomia e l’integrazione. Anche da remoto”, conclude la Coordinatrice.

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