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L'infografica

Come il Covid cambia la mobilità delle persone: crolla l’uso dei mezzi pubblici

Emerge da un rapporto prodotto da Google basato su set di dati aggregati e anonimizzati degli utenti: nell'ultima settimana di ottobre a Bergamo la frequentazione delle stazioni è calata del 189%, nella fase più acuta a marzo era di -609% rispetto a una settimana "normale".

Come sono cambiati gli spostamenti a causa del Covid-19?

Una risposta significativa arriva da Google e più precisamente dal suo servizio "Maps" che, grazie a dati aggregati e anonimi, riesce a mostrare quanto sono affollati determinati luoghi, esattamente come accade quando consultiamo la pagina di un'attività commerciale e ci vengono mostrati gli orari di punta.

Dalle autorità sanitarie, però, a inizio pandemia è arrivato un input importante per il colosso di Mountain View: quegli stessi dati avrebbero potuto essere utili per prendere decisioni critiche nella lotta alla pandemia.

Un suggerimento raccolto da Google per produrre dei rapporti sulla mobilità delle comunità globali, in grado di illustrare le tendenze dei movimenti in base all'area geografica di appartenenza e suddivisi per categorie di luoghi.

Come detto, i rapporti si basano su set di dati aggregati e anonimizzati degli utenti che hanno deciso di attivare l'impostazione "cronologia delle posizioni", che per default è disattivata sui dispositivi.

I dati sono in grado di mostrare la variazione in termine di visitatori dei luoghi categorizzati o di tempo trascorso in tali luoghi rispetto ai giorni di riferimento, un valore medio calcolato su un periodo di cinque settimane dal 3 gennaio al 6 febbraio 2020.

È possibile che in alcuni dei grafici sottostanti si possano creare delle "lacune", dovute a dati che non soddisfano la soglia di qualità e di privacy, cioè quando non sono sufficienti per garantire l'anonimato.

Lo si nota chiaramente, ad esempio, nella categoria "Parchi", il cui andamento è influenzato chiaramente dalle condizioni meteorologiche del periodo.

Nella categoria "Casa", invece, le variazioni sono meno ampie rispetto alle altre, in quanto viene mostrata una variazione nella durata della permanenza mentre in tutte le altre a far fede è il numero totale dei visitatori. Poichè le persone trascorrono già buona parte della loro giornata nei luoghi di residenza, il margine della variazione è più contenuto.

La situazione in Lombardia dal 18 settembre al 30 ottobre

A livello regionale generico, nel periodo preso in considerazione si è registrata una contrazione del 29% degli spostamenti in luoghi come ristoranti, bar, centri commerciali, parchi a tema, musei, biblioteche e cinema; del 3% in supermercati, negozi di generi alimentari, parafarmacie e farmacie; del 41% delle stazioni di trasporto pubblico; del 30% dei luoghi di lavoro.

Crescono invece i parchi, le aree cani, le piazze e i giardini pubblici (+5%, ma sono parecchi i dati mancanti in questa categoria ndr) e le zone residenziali (+13%).

Nel momento più critico della pandemia, nelle città lombarde si è assistito a una crescita esponenziale della permanenza a casa, in linea con le disposizioni governative anti-contagio: a Bergamo, ad esempio, nella settimana del 23 marzo si è registrata una crescita del 249%, bilanciata da un crollo della frequentazione di negozi di alimentari (-410%), altri negozi e attività ricreative (-615%), stazioni di mezzi pubblici (-609%) e luoghi di lavoro (-531%).

Negli ultimi dati disponibili, quelli della settimana del 26 ottobre, la curva della permanenza a casa ha raggiunto il punto più alto dopo l'estate, dove ovviamente si è riavvicinata al valore preso come "normale": a Bergamo è del 48% superiore a un giorno di riferimento, a Milano dell'82%,+72% in provincia di Monza e Brianza e del 65% a Varese.

Di pari passo, a Milano, l'area oggi più critica della regione, nella stessa settimana la frequentazione dei luoghi di lavoro è crollata del 192%, che sale a -240% per le stazioni di mezzi pubblici: a Bergamo, rispettivamente, i valori sono -107% e -189%, segnale che il "consiglio" di sfruttare al massimo lo smartworking potrebbe essere stato preso sul serio, insieme alla decisione della Lombardia di disporre la didattica a distanza per gli studenti delle superiori.

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