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Il punto

La Lombardia si è opposta, ma attende l’ordinanza per la zona rossa: cosa prevede

I provvedimenti per ogni singola regione verranno valutati sulla base di dati settimanali e avranno una durata minima di 15 giorni: chi entra in zona rossa, quindi, vi rimarrà per almeno due settimane.

Il nuovo Dpcm fa ripiombare la Lombardia nell’incubo di un lockdown che assomiglia molto a quello vissuto in primavera: il testo definitivo sarà pubblicato mercoledì in Gazzetta Ufficiale e sarà in vigore da giovedì 5 novembre.

Uno scenario che preoccupa il governatore lombardo Attilio Fontana, il più acceso contestatore di un piano di risposta alla diffusione della pandemia da Covid che prevedesse misure non omogenee per tutto il territorio nazionale.

Il governo, invece, ha tirato dritto sulla sua linea, dividendo l’Italia in tre fasce di rischio, gialla, arancione e rossa, che al momento prevede per la Lombardia il livello di guardia più alto: Fontana ha guidato la protesta fino all’ultimo, puntando anche sul fatto che la Regione aveva già introdotto misure più restrittive rispetto al dpcm nazionale lo scorso 22 ottobre e che solamente a metà di questa settimana si potrà capire se quei provvedimenti avranno avuto l’effetto sperato sulla curva dei contagi.

Per i vertici del Pirellone, quindi, i dati attualmente a disposizione del Governo per la valutazione delle zone a rischio sarebbero “vecchi”, con discostamenti dalla realtà che potrebbero anche essere significativi.

Le misure previste dal nuovo decreto sono considerate “severe” anche dal sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha però aggiunto come la città “rispetterà le decisioni del governo e lavorerà unita per uscire al più presto da questa difficile situazione”.

C’è preoccupazione anche per l’economia, con Fontana che invoca ristori immediati e contestuali all’entrata in vigore del Dpcm e non successivi.

A decretare l’entrata o l’uscita di una regione dalla zona rossa saranno criteri scientifici e oggettivi valutati dall’Istituto Superiore di Sanità: a stabilirlo sarà un’ordinanza del ministero della Salute, basata su 21 parametri di riferimento, tra i quali indice Rt, eventuali focolai e livello di saturazione dei posti letto negli ospedali.

Al momento a rischiare, oltre alla Lombardia, sono Valle d’Aosta, Piemonte, Alto Adige e Calabria, con la Campania che potrebbe aggiungersi a queste passando da zona arancione a rossa.

Nel pomeriggio di mercoledì il Comitato Tecnico Scientifico si riunirà per valutare gli ultimi dati del monitoraggio quotidiano del Ministero della Salute: solo in seguito potrà essere firmata l’ordinanza che classificherà le regioni secondo questo scenario.

Per le regioni con uno scenario di tipo 4, quello di massima gravità, la zona rossa imporrebbe il divieto a ogni spostamento in entrata, in uscita e all’interno del territorio, salvo che per spostamenti dovuti a comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità; la sospensione delle attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle di vendita di generi alimentari e di prima necessità (restano aperte edicole, tabaccai, farmacie, parafarmacie, barbieri, parrucchieri, lavanderie); la sospensione dell’attività di bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie, ad eccezione della ristorazione con asporto (fino alle 22) o consegna a domicilio; la sospensione delle attività sportive anche nei centri sportivi all’aperto mentre rimane consentita l’attività motoria svolta individualmente nei pressi della propria abitazione e ad almeno un metro di distanza da altre persone e con obbligo di mascherina; l’estensione della didattica a distanza anche per seconda e terza media, con quella in presenza che rimane per la scuola dell’infanzia, le elementari e la prima media.

I provvedimenti per ogni singola regione verranno valutati sulla base di dati settimanali e avranno una durata minima di 15 giorni: chi entra in zona rossa, quindi, vi rimarrà per almeno due settimane.

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