Che sarebbe stata una sfida impari era chiaro a tutti, ma che sarebbe finita tanto male, forse, in pochi se lo aspettavano. L’Atalanta è uscita con le ossa rotte dal big match con il Liverpool, un ko che ha tanto da insegnare alla formazione di Gasperini.
Il tabellone alla fine ha detto 5-0. Ma lo scarto avrebbe potuto essere anche ben più ampio se Sportiello non si fosse superato in almeno tre occasioni.
Anche l’Atalanta avrebbe potuto segnare, soprattutto nella ripresa, quando Zapata ha scaldato i guantoni di Allison con due missili che il portiere brasiliano ha respinto. Prima il bomber colombiano aveva anche colpito un palo clamoroso.
Ma quando Zapata ha spaventato Allison era già una partita chiusa, archiviata.
I Reds sono apparsi – come si temeva, del resto – di un altro pianeta. Hanno giocato un altro sport al Gewiss Stadium.
Certo, le attenuanti non sono mancate a Gasperini, che si è trovato di fronte una delle squadre più forti del mondo senza poter schierare elementi come de Roon e Gosens, assolutamente fondamentali per il suo scacchiere. E nemmeno Hateboer e Toloi erano al top della forma dopo gli acciacchi rimediati sabato scorso a Crotone.
Ma contro gli inglesi, forse, l’Atalanta poteva giocare da provinciale. Poteva provare a non prendere di petto gli avversari. Attendere, difendersi con maggiore ordine. Evitare di concedere gli uno contro uno a gente come Salah, Mané, Diogo Jota (gli autori dei cinque gol, non a caso).
In Champions League o si vince o si impara, ha detto Gasperini in più di una occasione. Questo 0-5 è una lezione importante, potrebbe essere considerata una tappa del processo di crescita.
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