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Il decreto ristori e il contributo a fondo perduto: per chi e come riceverlo

Potranno accedere a tale contributo quei contribuenti con partita Iva attiva al 25 ottobre 2020 e che, nel mese di aprile 2020, abbiano registrato un calo del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33% rispetto al fatturato o ai corrispettivi del mese di aprile 2019.

A seguito del repentino aumento dei casi di positività al virus Covid-19, il Governo si è trovato obbligato, nelle scorse settimane, ad intervenire imponendo la chiusura anticipata di attività, quali ad esempio, quelle di ristoranti, bar, palestre, gelaterie, teatri e cinema.

Per far fronte alla evidente difficoltà nella quale si troveranno gli esercenti a seguito delle suddette chiusure, il Governo ha cercato di correre ai riparti con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 269 del 28 ottobre 2020, del Dl 28 ottobre 2020 n. 137, detto “Decreto Ristori”, prevedendo uno stanziamento di 5,4 miliardi di euro in termini di indebitamento netto e 6,2 miliardi in termini di saldo da finanziare, destinati al ristoro delle attività economiche interessate dalle restrizioni disposte a tutela della salute, nonché al sostegno dei lavoratori in esse impiegato.

Tratteremo ora del nuovo contributo a fondo perduto riservato sostanzialmente a tutti quegli operatori, con partita Iva attiva alla data del 25 ottobre 2020, appartenenti a tutti quei settori oggetto delle misure restrittive (individuabili attraverso i codici ATECO), tra cui, bar, pasticcerie, gelaterie, ristoranti, piscine, palestre, teatri e cinema.

Va innanzitutto detto che, rispetto al precedente contributo a fondo perduto previsto con il Decreto Rilancio, è stato eliminato il requisito del limite dei 5 milioni di fatturato, risultando pertanto ora richiedibile da tutti, per un importo massimo però di euro 150.000.

Potranno accedere a tale contributo quei contribuenti con partita Iva attiva al 25 ottobre 2020 e che, nel mese di aprile 2020, abbiano registrato un calo del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33% rispetto al fatturato o ai corrispettivi del mese di aprile 2019.

E come sarà possibile ottenere tale contributo?

Le strade sono due:

– se il contribuente ha già potuto beneficiare del contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Rilancio, vi sarà un accredito diretto da parte dell’Agenzia delle Entrate sul conto corrente a suo tempo comunicato;

– se invece precedentemente nessuna domanda era stata avanzata per la richiesta del contributo, bisognerà compilare un’apposita istanza da inviare all’Agenzia delle Entrate; sarà demandato ad un nuovo provvedimento dell’Agenzia stessa la definizione dei termini e le modalità per consentire la trasmissione delle istanze.

L’entità del contributo quale sarà?

Potremo avere quattro diversi scenari, con un importo del contributo che varierà dal 100% al 400% di quanto previsto in precedenza, in funzione del settore di attività dell’esercizio, ovvero:
1. 100% (coefficiente 1) delle somme già incassate con il Decreto Rilancio riservato agli esercizi e alle attività per le quali è stata prevista la chiusura alle ore 18 e che quindi, in linea teorica, possono contenere la perdita lavorando ad orario ridotto;

2. 150% (coefficiente 1,5) per chi ha subito un danno parziale (hotel e villaggi turistici);

3. 200% (coefficiente 2) per i più colpiti, ossia quelle attività imprenditoriali costrette a chiudere, quali palestre, piscine, teatri e cinema;

4. 400% (coefficiente 4) per quelle attività che erano state chiuse ancora prima del nuovo DPCM alla luce dell’impennata dei contagi registrati durante il periodo estivo, come ad esempio le discoteche.

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