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La testimonianza

Gravi deficit neurologici da Covid: “La ripresa è faticosa, vi prego state attenti”

L’appello di un medico specializzando che ha vissuto in prima persona la riabilitazione post Covid alla Casa degli Angeli di Mozzo

Gli ospedali bergamaschi non hanno dimenticato. I loro medici, infermieri, operatori sanitari e pazienti hanno un ricordo vivido di quello che ha passato il nostro territorio: la provincia più colpita sul territorio nazionale dal Covid-19.

Il personale medico ha vissuto sulla propria pelle una tragedia umana e sanitaria che mai avrebbero immaginato, caricandosi sulle proprie spalle una responsabilità dal peso paragonabile all’intero mondo di Atlante. Attivi non solo nell’immediata gestione dell’emergenza-urgenza, ma, anche, nella riabilitazione di chi ha sofferto intensamente il virus, dovendo affrontare i postumi di una malattia che ha fortemente intaccato e indebolito il corpo.

La Casa degli Angeli a Mozzo, reparto di riabilitazione dell’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo, eccellenza nel recupero delle funzioni lese a causa di patologie neurologiche, ha vissuto in prima persona i terribili effetti che ha causato il Covid-19 sulla ripresa delle funzionalità del corpo, ospitando i pazienti dimessi dai lunghi mesi in terapia intensiva.

“Abbiamo riscontrato numerosi problemi alla ripresa della deambulazione e al ricondizionamento allo sforzo, dovuti al prolungato allettamento. Ma, più di tutti, gravi deficit neurologici centrali (come ictus) e deficit neurologici periferici”, racconta Daniele Mazzoleni, giovane specializzando in Medicina fisica e riabilitativa che ha vissuto in prima linea l’emergenza riabilitativa alla Casa degli Angeli.

“Le prime complicanze neurologiche probabilmente dovute a condizioni di ipercoagulabilità; le seconde, invece, date, probabilmente dalla posizione di pronazione prolungata in terapia intensiva e da complicanze (stiamo ancora studiando) dovute al virus”, spiega.

Lui, insieme a tutto il team ospedaliero di Mozzo che ha lavorato durante l’emergenza (“un senso di cameratismo che ha fatto andare avanti tutti noi”, racconta), non dimentica la fatica fisica e mentale che comporta riprendersi dal Covid e vuole lanciare un appello.

“Il dopo Covid in molti casi può essere terribile e molto lungo da superare: tutte queste conseguenze riabilitative sono state una sorpresa per noi. Tutti quelli che hanno dovuto affrontare una lunga degenza in terapia intensiva sono passati da noi e il recupero è durato mesi”, racconta.

E ora si prepara alla seconda ondata. “Il reparto è pronto per quello che, ahinoi, forse dovremo affrontare, con la speranza che la bergamasca sia meno colpita. Ma, vi prego, state attenti. Rispettiamo tutti quanti il distanziamento sociale e le norme igieniche. Facciamo tutti appello alla nostra grande capacità di resistere: questa tragedia ci ha insegnato quanto possa essere facile perdere ciò che amiamo, ora non abbassiamo la guardia. Manteniamoci in vita per amore: perché tutti noi abbiamo qualcuno o qualcosa da difendere”, conclude Mazzoleni.

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