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Proteste al nuovo dpcm

Stop alle cene, penalizzati oltre 150 agriturismi in Bergamasca

Le limitazioni alle attività di impresa – sottolinea Coldiretti Bergamo - devono prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze

Il nuovo Dpcm che impone la chiusura anticipata alle 18 per le attività di ristorazione getta nuove ombre sul settore agricolo bergamasco con pesanti incognite per gli oltre 150 agriturismi della provincia di Bergamo.

Un provvedimento che va a incidere negativamente anche sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla carne, dalla frutta alla verdura, dai salumi ai formaggi che trovano nel canale della ristorazione un importante mercato di sbocco. Una situazione messa a fuoco da una elaborazione della Coldiretti sulla base dei dati Ismea, che ha evidenziato come nel corso dell’anno le vendite di cibi e bevande nel settore della ristorazione siano praticamente dimezzate (-48%) con un impatto drammatico a valanga sull’intera filiera, dai tavoli dei locali fino alle aziende agricole e alimentari nazionali.

“Per le aziende agrituristiche le cene sono una voce importante – spiega Paolo Vecchi, presidente di Terranostra Bergamo –; siamo consapevoli del fatto che stiamo vivendo una situazione critica per quanto riguarda l’emergenza sanitaria, ma il nuovo stop rappresenta per molti di noi il colpo di grazia. Stavamo cercando di risollevarci dal lockdown di questa primavera e questo ennesima limitazione proprio non ci voleva”.

Secondo Coldiretti Bergamo l’asporto e le consegne a domicilio sono un’alternativa importante, ma non bastano a coprire le perdite provocate dai nuovi divieti.

“Noi vogliamo poter lavorare – precisa Vecchi -. In questa nuova fase di emergenza, con le strutture obbligate alla chiusura serale diventa fondamentale avere la possibilità di rimanere aperti a pranzo anche nei giorni non previsti dalle autorizzazioni aziendali, senza dover ricorrere a ulteriori adempimenti burocratici. È il solo modo che abbiamo per cercare di compensare almeno in parte quanto perso con le cene”.

“Le limitazioni alle attività di impresa – sottolinea Coldiretti Bergamo –  devono prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di Stato, insieme ad interventi rapidi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per incentivare l’acquisto di prodotti alimentari Made in Italy.

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