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Sabato 31 ottobre

Assemblea Confai Bergamo, Bolis: “Indispensabile la visione imprenditoriale”

In termini economici, nel 2019 l’agricoltura bergamasca ha fatto registrare un fatturato complessivo di poco più di 600 milioni di euro, non riuscendo a superare la soglia del 10% della produzione lorda vendibile agricola regionale.

Quest’anno l’assemblea di Confai Bergamo, prevista per sabato 31 ottobre, non si svolgerà con la presenza fisica dei soci, bensì tramite videoconferenza: così ha deliberato da tempo il consiglio di amministrazione dell’associazione aderente alla Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (CAI), predisponendo le procedure richieste dalle norme di sicurezza dell’epoca Covid.

“Gli eventi di questi mesi ci hanno fatto apprezzare in modo radicale l’importanza delle persone dotate di un forte senso di responsabilità e di una preziosa intelligenza emozionale – ricorda Leonardo Bolis, presidente provinciale e regionale di Confai -, capaci di riprendersi costantemente di fronte ai colpi più duri. È con questo spirito e con questi pensieri di fondo che ci apprestiamo a celebrare, seppur a distanza, la nostra prossima assise provinciale”.

In termini economici, nel 2019 l’agricoltura bergamasca ha fatto registrare un fatturato complessivo di poco più di 600 milioni di euro, non riuscendo a superare la soglia del 10% della produzione lorda vendibile agricola regionale.

“Tra le note più dolenti della scorsa annata agraria vi è il fatto che molte aziende abbiano dovuto fare i conti con frequenti condizioni di anomalia climatica, le quali hanno segnato sia le operazioni di semina che di raccolta – fa notare Bolis -. Il dato allarmante è che le alterazioni climatiche stanno ormai diventando la norma: anche nel 2020 si è riproposto il problema, con danni che hanno provocato sconcerto tra numerosi produttori sia in aree di pianura che nelle zone montuose”.

L’assemblea offrirà l’opportunità di riflettere sulle prospettive della nuova politica agricola europea, la cui entrata in vigore è prevista nel corso del biennio 2021-2022, e sul suo futuro impatto sulle scelte aziendali dei diversi protagonisti del settore primario.

“La nuova Pac traccerà in maniera ancor più netta il cammino dell’agricoltura verso una dimensione di servizio – riflette Bolis -, nella quale visione imprenditoriale e razionalizzazione dei processi aziendali dovranno essere potenziate per far fronte all’imprevedibilità dei mercati internazionali”. Al tempo stesso, occorrerà mettere in conto le conseguenze di una riduzione dei fondi a disposizione dell’agricoltura europea, al netto delle misure post Covid e delle provvidenze del green deal, il grande progetto europeo per lo sviluppo delle energie verdi.

A questo proposito Enzo Cattaneo, direttore di Confai Bergamo, fa notare che “a livello europeo gli stanziamenti per la Pac dovrebbero passare in termini reali dal 38% del bilancio UE 2014-2020 al 28,5% nel 2021-2027. A ciò si aggiunge una probabile contrazione del budget comunitario per il settore fin dall’inizio del 2021, come risulta dalle indicazioni contenute nel regolamento transitorio dell’UE emanato quest’anno. I calcoli provvisori effettuati dal nostro osservatorio economico – aggiunge il direttore – dicono che la sforbiciata per l’agricoltura bergamasca potrebbe risultare pari a quasi 3 milioni di euro su base annua”.

Secondo Confai, la contrazione dei fondi e la crescita delle esigenze comunitarie e internazionali in termini di sostenibilità dell’agricoltura devono far riflettere sulla necessità di rafforzare ad ogni costo l’attitudine imprenditoriale del mondo rurale. “Bisognerà puntare con decisione verso un’agricoltura multisettoriale – chiarisce Cattaneoche metta in sinergia produzione di commodities, qualità dei prodotti, diversificazione delle reti commerciali e agroenergie: il tutto unito ad una ricerca costante dell’innovazione e del contenimento dei costi di produzione”.

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