Bergamo torna a vivere le scene drammatiche del lockdown, con le forze dell’ordine per strada a controllare chi esce. Anche nella nostra provincia nella serata di giovedì è scattato il coprifuoco notturno stabilito dalla Regione.
L’ordinanza di Palazzo Pirelli, valida fino al 13 novembre, prevede che dalle 23 alle 5 del mattino successivo gli spostamenti sono consentiti solo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e di urgenza, e motivi di salute. Sarà in ogni caso permesso il rientro nella propria abitazione. Per motivare gli spostamenti, anche stavolta, è necessaria un’autocertificazione, mentre le sanzioni rimangono quelle previste dal Dpcm del 25 marzo sull’emergenza Coronavirus.
Dalle 23 di giovedì una trentina di pattuglie in auto e a piedi sono state dislocate lungo le strade di città e provincia. Al lavoro uomini della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Finanza e della Locale, oltre che dell’Esercito. Una sessantina in tutto quelli impegnati in contemporanea ogni notte.
Le zone più attenzionate, come spiegato ha spiegato a Bergamonews il Prefetto Enrico Ricci, sono quelle cittadine dei locali serali, dove di solito si verifica una maggior aggregazione di persone, soprattutto giovani. In provincia il compito è riservato ai carabinieri della varie stazioni. A eccezione di Treviglio, dove c’è anche il commissariato di Polizia.
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Durante la prima serata di controlli è filato tutto liscio. Gli automobilisti fermati, come anche le persone a piedi, comunque pochi soggetti, avevano una valida motivazione per circolare. Nella maggior parte dei casi si trattava di lavoratori che rientravano a casa. Le forze dell’ordine, poi, almeno per la prima sera non hanno usato il pugno di ferro, rispondendo anche alle domande di chi non aveva ben chiaro i dettagli dell’ordinanza.
Diverso sarà il discorso nei giorni del fine settimana, quelli in cui soprattutto i ragazzi escono di più, in cui ci sarà minore tolleranza in particolare nel cercare di evitare assembramenti che potrebbero far tornare a crescere in modo esponenziale i contagi nella nostra provincia. Un incubo già vissuto solo pochi mesi fa e che i bergamaschi non vogliono provare di nuovo.
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