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Flip classroom

Non chiudere: come far funzionare le scuole superiori e contenere i contagi

In Lombardia le scuole superiori sono state chiuse da un'ordinanza regionale emanata mercoledì, ma contestata dai sindaci delle città come Milano e Bergamo che, insieme all'Anci, stanno cercando di far cambiare idea al presidente Attlio Fontana. Paolo Catini, ex dirigente scolastico del liceo Mascheroni di Bergamo, ora in pensione, avanza una proposta

In Lombardia le scuole superiori sono state chiuse da un’ordinanza regionale emanata mercoledì, ma contestata dai sindaci delle città come Milano e Bergamo che, insieme all’Anci, stanno cercando di far cambiare idea al presidente Attlio Fontana. Paolo Catini, ex dirigente scolastico del liceo Mascheroni di Bergamo, ora in pensione, avanza una proposta su come far funzionare la scuola superiore nei prossimi mesi, che si prevedono difficili per via del rischio contagi da Covid. Eccola.

Una proposta per come continuare l’anno scolastico per le scuole superiori.

Metà tempo a scuola e metà online a distanza.

Perchè non utilizzare l’emergenza covid per la scuola per costruire un progetto didattico e organizzativo innovativo, basandosi sulla flip classroom, la classe capovolta  (Flipped Classroom – Nuova Didattica)

Le lezioni verrebbero seguite a casa, insieme alla studio, mentre i chiarimenti, la discussione sul programma svolto, le verifiche formative e sommative dovrebbero essere svolte in classe, in presenza.

Sarebbero sufficienti 15 ore in classe per un gruppo della classe alla mattina (la metà della classe 11/13 alunni) e l’altro al pomeriggio, con conseguente pulizia e disinfezione delle aule durante la pausa. Si potrebbero distribuire anche il tempo scuola su 5 giorni con sabato libero per tutti, con un risparmio nei costi di gestione.

Le lezioni organizzate dagli insegnanti, con un lavoro di gruppo per i diversi corsi e sezioni, si possono costruire usando i numerosi e vari strumenti ora reperibili in rete, facendo parlare esperti, filmati, animazioni con esempi e simulare esperimenti , con prove e verifiche formative on-line utilizzando così un linguaggio più vicino alle esperienze degli alunni.

Organizzare queste lezioni con una collaborazione fattiva dei docenti dei vari corsi avrebbe il pregio che tutte le sezioni di quella scuola avrebbero la stessa spiegazione sui vari argomenti, senza distinzione tra i vari corsi A,B,C… risolvendo una tipica lamentela dei genitori ‘… con quale docente è capitato mio figlio’.

Si possono valorizzare le eccellenze tra i docenti, che sono molte nelle nostre scuole, come punti di riferimento all’interno della fase della costruzione delle lezioni.

La lezione, almeno per questo aspetto, non diventa più un fatto privato tra il docente e gli alunni, chiusa dalla porta dell’aula ma pubblica, visibile da tutti ed è per questo che diventa utile un confronto tra i docenti nell’impostare la lezione.

Si potrebbero quindi anche ipotizzare verifiche parallele con relativa valutazione fatte in modo significativo per le varie classi.

La fase della lezione e dello studio tendono ad avvicinarsi per lo studente, che quando sceglie di vedere la lezione ha meno difficoltà a distrarsi, come spesso avviene in classe, e rimane più concentrato.

Per gli insegnanti non ci sarebbero ore in più da svolgere in classe, ma una necessità di sperimentazione, soprattutto all’inizio, di un maggiore tempo per organizzare in modo collaborativo le ‘lezioni’, molte delle ore di riunione potrebbero essere spese per questo lavoro e con l’aggiunta di un equo incentivo sindacalmente contrattato con la RSU.

Anche la fase di lezione in presenza collettiva può essere più proficua se preceduta da lezioni ‘interessanti’ che hanno cercato di stimolare la curiosità nello studente.

Dal punto di vista organizzativo non sarebbe necessario un intervallo lungo essendo solo tre le ore al giorno in presenza per i singoli alunni

Questa organizzazione ha un evidente vantaggio anche per decongestionare i trasporti e si potrebbe anche differenziare l’orario di entrata tra i vari istituti della stessa città.

Una scuola che aiuta gli studenti ad assumersi maggiore autonomia e responsabilità per la propria crescita e più cooperante tra i docenti, personale ATA e dirigente.

Io penso che questo modello con le dovute correzioni potrebbe essere applicato a tutti gli istituti di secondo grado.

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