Quello descritto dal quotidiano fiammingo De Standaard è uno scenario che assomiglia molto alla situazione che Bergamo ha vissuto in primavera: pazienti Covid che da Liegi vengono trasportati fuori provincia, perché gli ospedali della città non possono più far fronte all’afflusso.
E non è un caso che l’accostamento fatto in un articolo a firma Wouter Woussen sia proprio con la nostra città, per mesi al centro delle cronache di tutto il mondo per la crisi sanitaria che l’aveva attanagliata: “Liegi sembra in procinto di diventare la nuova Bergamo – si legge – In primavera, quando il Coronavirus ha iniziato a imperversare in Europa, l’area intorno a quella città del Nord Italia è stata così gravemente colpita che gli ospedali non hanno potuto curare tutti i pazienti e anche le pompe funebri non riuscivano a tenere il passo col lavoro”.
Una situazione che già all’epoca era stata presa come esempio per mettere in guardia i cittadini di quei territori che allora erano toccati solo marginalmente dal problema: ora, invece, i dati iniziano a farsi allarmanti e la mente corre a quanto stava accadendo 6-7 mesi fa in Bergamasca.
I numeri a Liegi, città da quasi 200mila abitanti, sono aumentati di colpo nel mesi di ottobre: 2.800 nuovi casi in due settimane, 200 solo mercoledì 21.
Secondo Geert Molenberghs, biostatistico dell’Università Hasselt e KU Leuven, il pericolo è che la situazione “possa sfuggirci di mano, come era allora a Bergamo. Possibilità che aumenta di giorno in giorno”.
Il timore espresso dal quotidiano belga è quello che i contagi aumentino in modo così incontrollato da mettere alle strette medici di base e ospedali, che a quel punto “difficilmente potrebbero affrontare adeguatamente le infezioni e seguire i malati di altre patologie”.
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