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La decisione

Covid, l’ospedale in Fiera a Bergamo riapre con 48 posti letto

Suddivisi in quattro moduli: due saranno gestiti dall'Ospedale Papa Giovanni XXIII e due dagli "Spedali Civili" di Brescia.

“Le strutture sanitarie temporanee allestite nei padiglioni della Fiera di Milano e di Bergamo riaprono nei prossimi giorni e garantiranno al sistema lombardo i primi 201 posti letto aggiuntivi che saranno gradualmente occupati”.

Lo annunciano il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, al termine della riunione della Giunta regionale che ha varato uno specifico provvedimento in materia.

“La situazione epidemiologica attuale – spiega Fontana – in rapida evoluzione rende necessaria l’adozione di misure organizzative straordinarie per potenziare l’offerta sanitaria di posti letto da destinare all’emergenza-Covid, cercando di garantire contemporaneamente una adeguata assistenza ai pazienti affetti dalle altre patologie”.

L’attivazione delle strutture sanitarie temporanee prevede la collaborazione fra la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Policlinico e la Fondazione Ente Fiera per la realtà di Milano e fra l‘ASST Papa Giovanni XXII e l’Ente Fiera per quella di Bergamo, con il coinvolgimento delle ATS di riferimento.

“A Milano vengono, allo stato attuale, attivati i primi 153 posti letto per cure intensive – spiega Gallera – suddivisi in 4 moduli da 14 posti, 3 da 16 posti e 7 da 7 posti. A Bergamo invece funzioneranno 4 moduli da 12 posti letto. Queste nuove disponibilità saranno occupate in base allo stato di saturazione dei reparti di terapia intensiva ‘Covid’ degli ospedali”.

“Le complesse caratteristiche dei pazienti che verranno ricoverati in queste strutture sanitarie – aggiunge Gallera – richiede un’assistenza clinica molto particolare e sofisticata. Per questo, nell’attuazione di questo progetto saranno coinvolti gli operatori degli ospedali Hub della Lombardia che ‘adotteranno’ uno o più moduli degli ospedali in Fiera”.

La gestione delle attività assistenziali nei vari moduli della Fiera di Milano è affidata agli ospedali Policlinico, Niguarda, San Gerardo Monza, San Matteo Pavia, Varese, Legnano/Busto, Humanitas. In una fase successiva verranno coinvolti gli ospedali di Lecco/Como, Gruppo San Donato e Cremona.

Per la Fiera di Bergamo, due moduli saranno gestiti dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII e due dagli “Spedali Civili” di Brescia.

“Questi Hub – sottolinea Gallera – garantiranno la presenza H24 di equipe mediche, infermieristiche e di supporto per i bisogni assistenziali dei pazienti nel modulo di competenza. Gli ‘Hub’, a loro volta, saranno supportati dai relativi ospedali ‘Spoke’ per la gestione del personale delle professioni mediche e sanitarie nei propri reparti interni e potranno procedere, all’occorrenza, a nuove assunzioni”.

“Tutto il sistema Lombardia – concludono Fontana e Gallera – sta lavorando all’unisono per fronteggiare questa nuova fase dell’emergenza Coronavirus, sia a supporto della rete ospedaliera che a beneficio di quella territoriale attraverso un ulteriore potenziamento dell’esecuzione dei tamponi”.

“La notizia sulla riapertura degli ospedali in Fiera a Bergamo e Milano è un colpo al cuore e porta, purtroppo, il pensiero ai momenti più bui dell’epidemia dello scorso autunno – commenta Niccolò Carretta, consigliere regionale di Bergamo (Azione) – Nei mesi scorsi ho depositato un’interrogazione per provare a cercare spazi alternativi, ma ormai è troppo tardi anche e soprattutto per tamponare quella che sembra essere una vera e propria nuova emorragia. I dati del Covid-19 galoppano anche oggi e il ‘coprifuoco’ in vigore da giovedì è uno strumento troppo debole per le aree che già si trovano in difficoltà. Nei mesi estivi – prosegue Carretta – chi poteva mettere in campo strumenti di tracciamento e prevenzione non lo ha fatto e fin da subito dico che almeno per Milano e il suo hinterland occorrono misure maggiormente restrittive, più specifiche e mirate poiché il rischio di trascinare il virus in tutta la regione è altissimo. Bisogna adottare strumenti nuovi che implichino limitazioni orarie, ma anche misure su specifiche fette della popolazione più fragile per contrastare, oltre che l’avanzata del Covid-19, anche la mancanza di personale che sembrerebbe iniziare a farsi sentire nelle zone più colpite. La situazione è gravissima e occorre evitare i tentennamenti e gli errori della prima ondata”.

E Roberto Anelli, capogruppo della Lega al Pirellone chiosa: “L’Ospedale in Fiera di Milano e quello di Bergamo sono la migliore risposta a chi in queste ore ha attaccato la Lombardia, gli stessi che gridavano sguaiatamente allo spreco e per mesi hanno alimentato un’ignobile campagna di odio e fango contro Attilio Fontana. L’auspicio – specifica Anelli – resta sempre lo stesso: ricorrere il meno possibile a queste due strutture. Ricordiamo bene però le polemiche sterili, inopportune e di pessimo gusto sull’Ospedale in Fiera di Milano. In primis da parte del Governo che, nella sua apatia nel pieno della crisi, non trovava di meglio da fare se non mettere i bastoni fra le ruote alla Regione che spingeva per realizzarlo. Senza dimenticare poi le sceneggiate da parte dell’opposizione in Consiglio regionale, che urlava allo spreco di denaro. Ma come spesso capita il tempo è galantuomo e dimostra come Attilio Fontana e la sua Giunta fossero stati lungimiranti. Se qualcuno avesse un briciolo di pudore – chiosa il capogruppo leghista – dovrebbe avere il buon gusto di scusarsi per tutte le sciocchezze raccontate fino a oggi”.

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