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Lettere

Lo sfogo

L’Oratorio Urgnano e il Dpcm: “Uccidete la nostra anima sportiva. E non solo quella”

Il presidente dell'Oratorio Urgnano, don Davide Milani, dopo le misure rese note dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte sullo stop all’attività sportiva legata ai bambini e ragazzi, ha inviato dura una lettera allo stesso premier e al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana

Il presidente dell‘Oratorio Urgnano, don Davide Milani, dopo le misure rese note dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte sullo stop all’attività sportiva legata ai bambini e ragazzi, ha inviato dura una lettera allo spesso premier, al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e per conoscenza al presidente del CSI Vittorio Bosio.

Carissimi Presidenti

L’altra sera, dopo aver preparato il campo da gioco, dopo aver deterso, igienizzato e sanificato spogliatoi perché tutto fosse a “protocollo” scopro e leggo sui social che la Regione Lombardia ha emesso una nuova ordinanza e scopro che fino al 5 novembre NON POTREMO PIÙ continuare con gli allenamenti e non potremmo continuare il campionato di calcio CSI Pulcini ed Esordienti.

Il Dcpm nazionale di domenica 18 ha ulteriormente confermato la chiusura. Con noi anche altre discipline, come la pallavolo, rientrano tra gli innumerevoli sport da contatto di cui l’ordinanza ha previsto il blocco.

Ma stiamo scherzando?

In poco meno di 4 mesi ci siamo trovati ad affrontare un nuovo modo di fare sport: la chiamano new normality!

Abbiamo dovuto fermarci, capire, sbattere la testa perché quello che ci sembra assurdo, oggi è la normalità. Scaltri e istintivi come solo gli sportivi sanno fare, abbiamo messo in atto un protocollo serio e stringente.

Abbiamo rinunciato a molte cose pur di tornare a riassaporare il profumo dell’erba appena tagliata, abbiamo fatto un Camp estivo per testare la nostra Bolla ed il nostro sistema ANTI COVID.

Abbiamo rinunciato alla doccia e agli spogliatoi, alle merende in Oratorio per festeggiare il compleanno del compagno. Oppure la vittoria ma anche la sconfitta. Allenamenti e via a casa quasi senza salutarci.

Abbiamo rinunciato a far partecipare a 2 campionati (2 squadre) per meglio gestire gli spazi, responsabilmente abbiamo avviato partnership con una società amica per la gestione di questi nostri ragazzi nati nel 2008/09.

Abbiamo fatto tanti passi indietro solo per l’amore incondizionato verso questo sport!

Finalmente siamo ripartiti con mille difficoltà, tanta pazienza, tanti investimenti, ma davvero con tanta determinazione! E niente ci ha fermato, neanche le mascherine, i gel, le distanze, i palloni igienizzati, il registro delle presenze, la misurazione della temperatura, le autocertificazioni, le tantissime ore di formazione e i continui cambiamenti.

Layout sugli spalti, rimodulazione delle entrate e delle uscite dagli spogliatoi.

Ora la mazzata! Uno stop che sa di sconfitta, come quella volta che hai perso una finale e non ci dormi la notte, ma tu avevi lavorato duramente e seriamente ed eri convinto di spuntarla.

Ma le nostre associazioni con tutti questi protocolli, le nostre palestre, i nostri spogliatoi igienizzati quasi come un ospedale, le nostre regole (che poi sono le vostre) che abbiamo messo in pratica alla lettera, non sono forse più sicuri dei mezzi pubblici, degli assembramenti e della stupidità di chi crede che senza mascherina si possa vincere contro questo maledetto virus cinese.

Potrei capire la sospensione temporanea del campionato come tutela affinché le persone non si spostino. Ma perché avete bloccato anche gli allenamenti? I compagni d’allenamento non sono gli stessi che i ragazzi trovano a scuola? Perché la scuola si e gli allenamenti no?

Concludo dicendo che nessuno di noi vuole mettere a rischio la vita di nessuno, dei nostri cari, dei nostri amici, dei nostri vicini, ma in questo modo state distruggendo qualcosa di importante e necessario, state uccidendo la nostra anima. Sportiva e non solo quella.

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