• Abbonati
La lanterna magica di guido

“Lo chiamavano Jeeg Robot”: un supereroe nato dalle acque del Tevere

A pochi giorni dall’annuncio di “Freaks”, nuovo film del regista romano Gabriele Mainetti, parliamo della sua prima ed unica fatica per il grande schermo: il pluripremiato “Lo chiamavano Jeeg Robot”

Titolo: Lo chiamavano Jeeg Robot

Regia: Gabriele Mainetti

Durata: 112’

Interpreti: Claudio Santamaria, Ilenia Pastorelli, Luca Marinelli, Stefano Ambrogi, Antonia Truppo

Valutazione: *****

Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) è un ladruncolo della periferia Romana. Non fa nulla tutto il giorno, vive di espedienti e conduce una vita assolutamente insulsa fino a che, dopo essere entrato in contatto con una sostanza radioattiva nelle acque del fiume della sua città, acquisisce dei superpoteri e decide di utilizzarli per combattere il crimine.

Dopo essersi fatto le ossa come attore e come produttore di cortometraggi (nel 2014 il suo “Tiger Boy” venne selezionato dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences tra i 10 finalisti per la nomination all’Oscar nell’86esime edizione del premio) Gabriele Mainetti propose al pubblico, nell’ormai lontano 2016, “Lo chiamavano Jeeg Robot”, un lungometraggio di 112 minuti che vedeva come protagonista assoluto un supereroe, Enzo, contrapposto ad un super cattivo, Fabio Cannizzaro detto “Zingaro” (Luca Marinelli), in una riproposizione della canonica battaglia eterna del bene contro il male. A lato della storia troviamo poi Alessia (Ilenia Pastorelli), ragazza con problemi mentali che ribattezzerà Claudio, dopo vari gesti eroici, “Hiroshi Shiba”, il protagonista del celebre cartone animato “Jeeg Robot” del 1979, innamorandosi di lui e diventando ben presto la sua aiutante.

L’ambiente entro cui i personaggi muoveranno i loro passi sarà una Roma trascurata e fatiscente, altra presenza fondamentale all’interno della narrazione, dipinta come una metropoli tanto eternamente magnifica quanto afflitta e limitata da eterni problemi.

Ad uno sguardo superficiale sembrerà poco più che la solita storia di supereroi proposta all’interno della cinematografia statunitense centinaia di volte e semplicemente rivisitata in salsa nostrana ma c’è molto di più.

Enzo è infatti un uomo tormentato, traumatizzato e dipendente dalla pornografia che risulta essere l’unica cosa che veramente lo appassiona. Nella vita fa il ladro, partecipa a piccoli colpi organizzati da alcune gang della Capitale e la sua esistenza altro non è che un’attesa stanca ed annoiata del giorno successivo. A seguito di una fortuita caduta nel Tevere però qualcosa potrebbe effettivamente cambiare, ma per capirlo avrà bisogno di una persona speciale. I superpoteri non mutano la vera natura di Enzo che, pur godendo di una forza erculea e di una resistenza al dolore incredibile, resta un inetto traumatizzato e completamente inadatta alla vita in mezzo alla gente. A farne le spese ben presto sarà la povera Alessia che, una volta salvata dall’uomo ed entrata in confidenza, viene costretta ad un rapporto sessuale passivo e doloroso, l’unico che Enzo conosce per via del suo passato.

È qui che risiede la differenza fondamento rispetto ai film americani di stampo “Marveliano”: i superpoteri da soli non bastano a rendere un individuo migliore e anzi, se canalizzati in modo errato, possono diventare un ulteriore elemento di allontanamento e di rifiuto contro una società brutale e traumatizzante.

Il cattivo della storia, Fabio “Zingaro”, altro non è che l’immagine specchiata di Enzo: un criminale che vive di espedienti a cui la società ha voltato le spalle da tempo ma che, una volta ricevuti i superpoteri, decide di servirsene per sottomettere e dominare chiunque lo abbia calpestato nella vita precedente.

La differenza fondamentale tra i due diventa quindi Alessia, quell’unico elemento di tenera purezza capace di sanare l’odio che un “freak” può provare verso un mondo che non lo capisce, insegnando ad Enzo la fondamentale differenza che intercorre tra il vivere ed il sopravvivere e ricordandogli quanto ciò che siamo dipenda da quello che facciamo e non da quanto vissuto e subito in passato.

Emozionante, drammatico, autoriale e pluripremiato.

Non vediamo l’ora di vedere il secondo.

Battuta migliore: “Che cos’è un eroe? È un individuo di grande talento e straordinario coraggio, che sa scegliere il bene al posto del male ma soprattutto che agisce quando ha molto da perdere e poco da guadagnare”

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI