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Il richiamo del sindaco

Gori: “Coprifuoco e non solo perché la situazione è grave. Rispettate le regole!”

Le richieste del Comitato tecnico scientifico lombardo erano più stringenti ancora: lockdown  alle 21 e chiusura di tutti i negozi nel weekend.

Dopo il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri e alla luce della nuova ordinanza della Regione Lombardia che sta per essere emanata e che riguarda tutte le province, Bergamo compresa, il sindaco Giorgio Gori vuole non solo far chiarezza, ma anche e soprattutto far capire a tutti i cittadini “in quale situazione di rischio ci stiamo muovendo adesso” trasferendo loro la consapevolezza del momento in cui stiamo vivendo.

Prova a farlo attraverso gli organi di informazione con un articolato intervento che parte dai dati.

Bergamo meno colpita in Lombardia, ma attenzione!

C’è una ripresa forte di epidemia in tutta Italia: a livello lombardo i numeri sono in forte crescita, soprattutto nella città metropolitana di Milano, e nelle province di Monza e Varese. In questo momento Bergamo è la provincia meno colpita con una crescita di una quarantina di positivi al giorno. Oggi i positivi sono 45. Nondimeno credo sia giusto che anche i cittadini di Bergamo proprio perché hanno affrontato più degli altri cosa vuol dire essere colpiti con violenza, debbano mettere in atto le precauzioni prima che la curva si alzi.

Entro due settimane 6.000 ricoveri in Lombardia

Ieri, lunedì, ci siamo riuniti con i vertici della Regione. Il presidente Attilio Fontana ha introdotto la riunione con dati del Comitato tecnico scientifico regionale, molto preoccupanti: entro due settimane si prevedono 6mila ricoveri in Lombardia e 800 in terapia intensiva. Una proiezione molto molto critica.

È chiaro che le scelte del coprifuoco sono legate a questi numeri decisamente preoccupanti.

Il governo col Dpcm di domenica si è tenuto intorno a una media nazionale senza accentuare le decisioni lasciando l’onere alle Regioni laddove le situazioni sono più gravi. Per questo l’ordinanza che dovrebbe arrivare oggi o domani parte da qui.

Coprifuoco in Lombardia e autocertificazione

In particolare si è dunque optato per il coprifuoco: misura che abbiamo deciso di estendere a tutto il territorio regionale perché c’è una necessità di omogeneità e chiarezza. Coprifuoco significa: dopo le 23 nessuno più può circolare se non per lavoro e necessità. Ci sarà perciò un modulo da compilare per chi deve muoversi per forza.

Stamattina abbiamo fatto un passaggio in Prefettura, dove dovevamo parlare di scuole e trasporto pubblico, ma va detto che le scuole bergamasche si sono organizzate in modo ammirevole.
Quindi abbiamo parlato del Dpcm e del coprifuoco: ci sarà un comitato apposito per vigilare sul coprifuoco.

Chiusura centri commerciali

Altra misura importante: il commercio e la chiusura dei centri commerciali al netto degli alimentari nei fine settimana. Le richieste del Comitato tecnico scientifico lombardo erano più stringenti ancora: lockdown  alle 21 e chiusura di tutti i negozi nel weekend. È stata trovata una mediazione. Consapevoli che alcune categorie saranno penalizzate, ma  non escludo che si possa tornare con Intesa Sanpaolo a una erogazione di fondi per le categorie economiche colpite da queste decisioni.

Dai provvedimenti emerge la necessità che i cittadini siano consapevoli che si prospetta una crescita forte dei contagi e si debbono limitare tutto ciò che non è essenziale. Essenziali sono: scuola e lavoro. Per evitare un nuovo lockdown è giusto e opportuno sacrificare altre cose, come la possibilità di bersi in giro una birra dopo la mezzanotte.

Ridotta presenza sui bus

Le scuole sono una priorità oltre il lavoro. Esprimo la mia gratitudine per come si sono organizzate le superiori con didattica a distanza al 50% da quando gliel’abbiamo chiesto. Grazie a questa organizzazione è stata ridotta la quota dei trasportati sui mezzi pubblici negli ultimi giorni. Dai dati che mi stanno arrivando si sta sotto punte massime del  60%. Perché, l’abbiamo visto, l’80% corrisponde a bus pieni, è troppo rischioso. Se servirà ulteriormente aumentare l’offerta di mezzi, oggi già incrementata del 20%, valuteremo e agiremo.

I giovani devono rispettare le regole

Un altro aspetto riguarda i giovani. Alcuni luoghi di aggregazione possono essere particolarmente a rischio. L’età media delle persone positive è molto più bassa della primavera: 38 anni oggi. Vuol dire tanti giovani. E va detto che, se gli effetti del virus sui giovani sono più leggeri, questo non li rende meno contagiosi: poi vanno a casa e contagiano la famiglia. Sono necessarie ora più che mai alcune precauzioni da parte dei ragazzi: mascherine, distanze sono fondamentali, come il rientro alle 23. Anche i genitori hanno la responsabilità di far rispettare le norme.

Gli ospedali bergamaschi

Per quanto riguarda gli ospedali bergamaschi, la situazione è assolutamente sotto controllo: al Papa Giovanni attualmente ci sono 49 pazienti covid più 7 in terapia intensiva. Molti arrivano da fuori provincia. Probabile che il Papa Giovanni accolga pazienti di province più colpite.

E vorrei inviare un segnale molto chiaro ai cittadini: servono prudenza e attenzioni per gli anziani che sono i più vulnerabili. Si devono proteggere e vanno protetti. Ho chiesto all’assessore Marcella  Messina di ripristinare tutti i servizi domiciliari della primavera scorsa, come la consegna farmaci a domicilio.

Controlli e quartieri

Infine circa i controlli degli assembramenti in carico ai sindaci e la chiusura dei quartieri, la querelle è stata ricomposta. Per chiudere per esempio piazza Pontida servono una decina di agenti e peraltrochiudere una piazza piuttosto che un’altra qui a Bergamo non mi sembra una soluzione utile. Il testo definitivo del Dpcm ha riportato la regola della concertazione tra Comune, Prefettura, forze dell’ordine per i controlli per far rispettare alcune norme un po’ dappertutto.

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