L’ecografo donato martedì mattina dalla Fondazione Ubi – Banca Popolare di Bergamo Onlus all’ospedale Bolognini di Seriate è destinato ad implementare l’attività diagnostica prenatale con metodologia non invasiva per identificare patologie cromosomiche.
“Fondazione Ubi – ha detto, ringraziando, Francesco Locati, direttore generale dell’Asst Bergamo Est– per l’ennesima volta è vicina alla nostra Azienda. Questa inaugurazione rappresenta una nuova occasione per rinnovare la nostra gratitudine per aver sostenuto un progetto, che va a potenziare un settore quanto mai importante e delicato quale quello della diagnostica prenatale, da
sempre in continua evoluzione. La Fondazione da anni ci affianca e ci supporta, un’alleata attenta alla nostra realtà ospedaliera e territoriale”.
Questo apparecchio di “alta fascia” permetterà di effettuare diagnosi ecografiche morfologiche, di ecocardio fetale e di secondo livello. Una tecnologia all’avanguardia utile ed ormai indispensabile.
Il nuovo ecografo, di cui hanno già beneficiato molte future mamme, restituisce infatti immagini ad altissima risoluzione, anche con sistema 3D e la possibilità di elaborazione rapida e accurata di dati e immagini.
Armando Santus, presidente della Fondazione Ubi Banca Popolare di Bergamo commenta: “Contribuire alla cura, all’assistenza e al progresso medico-scientifico è per la Fondazione UBI Banca Popolare di Bergamo motivo di grande soddisfazione oltre che scopo istituzionale. Consegnare oggi questo nuovo ecografo alla ginecologia dell’Ospedale Bolognini è anche, al di là del valore dello strumento diagnostico in se, un gesto di fiducia e uno sguardo rivolto al futuro. In noi bergamaschi è vivo il ricordo di giorni drammatici vissuti dentro e fuori dagli ospedali per combattere il covid-19. Ma è altrettanto forte e vitale il desiderio di tornare progressivamente a pensare alla vita, alla prevenzione e alla cura che l’ospedale deve offrire al di là del contenimento della pandemia. Senza abbassare la guardia e con tanta gratitudine a tutti gli operatori sanitari per quanto fatto e continueranno a fare”.
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