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Toxic: il blog di Sofia sulle dinamiche giovanili di coppia

Aprire un blog e mostrarsi al pubblico, trattare temi d’amore e mettere in gioco il proprio vissuto. Sono questi gli ingredienti di Toxic, il progetto nato in piena quarantena dalla mente di Sofia Ghisleni

Sognatori, è questo l’aggettivo che descrive i giovani. Siamo un cumulo di desideri che vorremmo si realizzasse, un insieme di “vorrei” che vorremmo divenissero realtà. Uno dei sogni di Sofia Ghisleni, diciottenne di Villa d’Adda, si è avverato: pubblicare un blog tutto suo: Toxic.

Com’è nata l’idea di avere un blog tutto tuo? L’hai costruito da sola?

Da tanto tempo, e parliamo di anni, sentivo il bisogno di creare qualcosa di mio. Non sapevo esattamente cosa volessi creare ma sapevo che doveva aver a che fare con la scrittura. Ho passato tantissimo tempo a scrivere in cerca di capire di quale argomento potessi trattare e come svilupparlo. Volevo scrivere un libro? Volevo aprire una pagina Instagram di aforismi? Non lo sapevo. Poi un giorno è venuto da sé. Ho notato che avevo, sia su carta che nella testa, tantissimi pezzi con lo stesso tema di fondo e, senza che me ne accorgessi, è nato Toxic. L’ho creato come rubrica online, aggiornata con periodicità più o meno fissa. Ho approfittato della quarantena dovuta all’emergenza Covid per strutturare le mie idee e confluirle in un prodotto finale. E’ così che il 10 maggio TOXIC è stato reso pubblico tramite i social. Essendo mie le idee e gli scritti ho voluto crearlo tutto da sola. Eppure fondamentale è stato l’appoggio di un amico speciale che è stato il primo in assoluto a cui ho spiegato cosa avrei fatto. Subito mi ha capita e appoggiata incitandomi a puntare il più in alto possibile.

Quali sono le tematiche principali che vengono trattate nel tuo sito web?

L’obiettivo principale di Toxic è trattare argomenti generali relativi alle dinamiche di coppia, in cui ogni ragazzo della mia età, circa, ci si possa ritrovare. Vorrei che nel corso della lettura si pensasse “Caspita! Anche a me è successo questo!”. Toxic vuole proporre una lettura piacevole, a tratti anche un po’ comica, anche se alcuni lettori mi hanno riferito di aver colto, in alcuni post, degli spunti interessanti per mettersi in discussione. Mi è anche capitato di sentirmi dire, però, frasi come “l’obiettivo è pubblicare gli affari tuoi su quel blog”. E qui mi sento di dover fare dei chiarimenti: tutti i racconti seguono vicende che ho in parte vissuto realmente, tutti i grandi scrittori si sono da sempre ispirati alla realtà, ma il sito non vuole essere un “mio caro diario…”. Sono io a decidere dove raccontare il vero e dove abbondare di finzione letteraria. Ci sono cose che solo io so e che tengo per me. Tuttavia può essere positivo che le persone percepiscono tutto come vero, solo in questo modo possono leggere e sentirsi parte di ciò che accade. Di recente mi è capitato di trovarmi ad una fermata dell’autobus e una ragazza più piccola mi si è avvicinata dicendomi che segue Toxic e che da come scrivo le sembra di conoscermi. Altre volte è successo che persone con cui non ho rapporti di amicizia o altro mi chiedessero “come finirà con questo personaggio?” e “Ti prego dimmi che tornerà insieme a T.!” questo genere di cose mi riempie di entusiasmo.

Essendo una studentessa di quinta superiore, e quindi anche molto presa dallo studio e dalla preparazione all’esame di maturità, come gestisci il tuo tempo per occuparti del blog? Te ne occupi esclusivamente da sola oppure hai scelto di condividere questa attività con qualcuno?

Il blog nasce da una mia idea e da ore e ore di lavoro. Da notti in cui mi svegliavo di continuo e mi appuntavo sul telefono delle cose che assolutamente dovevo sistemare e altre di cui dovevo scrivere. Per questo ci lavoro da sola, ne sono un po’ gelosa. In un futuro prossimo però vorrei che diventi il più possibile una rubrica a carattere partecipativo, quindi usciranno post ispirati a storie raccontate da alcune lettrici e amiche. Andando ancora a scuola a volte è difficile trovare tempo per dedicarmi al sito, certo, ma quando ho deciso di aprirlo ho tenuto conto di tutto, del fatto che magari a volte avrei avuto poca voglia di scrivere, le vacanze estive che mi avrebbero tenuta lontana dal pc, settimane super piene di impegni ecc… Consapevole di ciò mi sono impegnata severamente con me stessa a trovare il tempo, sempre e comunque.

Visitando il sito si incontrano molti post: ce n’è qualcuno a cui sei particolarmente legata rispetto ad altri?

I post a cui sono più affezionata sono quelli in cui ci metto “l’anima”, quelli che scrivendoli un po’ mi hanno commosso perché hanno portato alla memoria ricordi a cui sono particolarmente sensibile. Anche quelli in cui descrivo l’amicizia con uno dei personaggi principali, Alba, mi hanno emozionata. Quello per cui ho addirittura pianto è il #9 “Non infierire”, in cui tratto come le persone al termine di una relazione vogliano intromettersi a tutti i costi chiedendo informazioni e pettegolezzi. Ho descritto sentimenti provati davvero. C’è tanto di me in Toxic.

Come abbiamo potuto notare sei molto legata ed appassionata alla scrittura: che rapporto hai con essa?

Il mio rapporto con la scrittura è davvero importante. Già durante gli anni delle scuole medie passavo tantissimo tempo a scrivere di qualsiasi cosa mi venisse in mente. Mi piace scrivere in modo chiaro, diretto e molto terra-terra (del resto l’onestà è una mia caratteristica anche nella vita reale).

Nel tuo futuro potrebbero esserci progetti narrativi? Credi che dopo l’apertura di un blog potresti anche pensare alla scrittura di un libro tutto tuo?

Nel mio futuro narrativo spero di far decollare Toxic. Sarebbe bello raccogliere alcune parti e pubblicarle. Per un futuro anteriore, invece, ho abbozzato qua e là delle idee di romanzi, alcune anche molto convincenti. Mi piacerebbe tra qualche anno entrare in libreria e vedere un libro in esposizione col mio nome stampato. Penso sia una delle ambizioni più grandi che ho. Di certo non avrebbe nulla a che fare con Toxic, sarebbe un romanzo con una storia del tutto nuova. Diciamo che sarebbe molto bello, sì, ma riconosco che serva una maturità narrativa che in parte devo ancora acquisire.

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