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I dati

Covid, mappa Eurostat: 168mila morti in più in 4 mesi, Bergamo e Segovia città più colpite

In Bergamasca i decessi sarebbero aumentati anche dell'895% nel mese di marzo

Visto la situazione nella nostra provincia nella fase uno della pandemia il dato non sorprende, ma dai numeri dell'Eurostat arriva l'ennesima conferma di quanto il Covid abbia colpito in Bergamasca: la nostra città, insieme a Segovia, in Spagna, è quella che ha fatto registrare il maggior incremento di decessi tra marzo e giugno di quest'anno, rispetto al totale, relativo allo stesso intervallo di tempo, dei quattro anni precedenti (2016-2019).

C'è poi il totale dei morti in Europa, da brividi. Tra marzo e giugno di quest'anno ci sono stati 168mila morti in più rispetto ai quattro anni precedenti.

Eurostat ha contato tutti i decessi dei 26 Paesi europei, non solo quelli determinati dal virus, scoprendo che il picco risale alla quattordicesima settimana dell'anno, quella a cavallo tra marzo e aprile, con ben 36mila morti in più e scende di 5mila unità con il trascorrere dei mesi. Il gap meno evidente a giugno, con una discrepanza di circa 2.200 vittime.

Peggio dell'Italia (46mila decessi), nell'area Ue, solo la Spagna (48mila), seguono Francia (30mila), Germania e Paesi Bassi con 10mila vittime ciascuno. Gli altri Stati sommano insieme un totale di circa 25mila decessi.

Scendendo nel particolare, l'Italia per oltre un mese ha mantenuto una percentuale di decessi superiore del 40% rispetto a quella del quadriennio precedente. Stesso discorso per Francia, Lussemburgo, Svezia e Cipro, dove tuttavia i picchi hanno avuto durata più breve, circa due settimane. Più del doppio dei morti, durante i loro picchi, hanno registrato Spagna e Belgio.

Maglia nera, in questa drammatica graduatoria, per Bergamo e Segovia. Nella città lombarda, i morti sarebbero aumentati anche dell'895% (a marzo), mentre in Spagna, l'apice è stato toccato ad appena una settimana di distanza, con il 634%. Le regioni peggiori su scala europea, sono quelle localizzate nella parte centrale della penisola Iberica, dove l'incremento ha raggiunto il 200%.

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