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Nel dpcm

Gori: “Inapplicabili le misure che affidano ai sindaci le chiusure per assembramenti”

“Una previsione non concordata con i rappresentanti dei sindaci, che i sindaci giudicano non realizzabile con le sole forze di polizia locale”

Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, commenta e critica le misure anti contagio contenute nel nuovo decreto, in particolare quelle che riguardano i Comuni. “Nel testo del nuovo DPCM, illustrato questa sera in tv dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, si prevede che i sindaci dispongano dopo le 21 la chiusura di vie e piazze dove si possono creare assembramenti, fatta salva la possibilità di deflusso e di accesso per chi deve raggiungere esercizi commerciali o abitazioni private” scrive Gori. E continua: “È una previsione non concordata con i rappresentanti dei sindaci, mai discussa negli incontri che si sono tenuti con il Governo fino a stamattina, e che i sindaci giudicano non realizzabile con le sole forze di polizia locale a loro disposizione.
Condivido dunque la posizione del presidente dell’Anci, il sindaco di Bari Antonio Decaro, rilanciata in queste ore da moltissimi altri sindaci”.

Decaro aveva così chiosato: “La norma inserita dal governo nel DPCM sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco. Questo non lo accettiamo. Ci saranno le forze dell’ordine a controllare le aree pubbliche in cui sarà vietato l’ingresso e a riconoscere residenti e avventori dei locali? I cittadini non si sposteranno da una piazza a un’altra? Nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso”.

Il primo cittadino di Bergamo condivide “pertanto, insieme agli altri sindaci, la richiesta al Governo che la disposizione sia stralciata dal DPCM. Nell’attuale formulazione è infatti inapplicabile”.

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