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Palazzo chigi

Coprifuoco alle 22, scuola e palestre: i punti allo studio per il nuovo Dpcm anti-Covid

Il premier Conte vuole trovare "una strategia diversa, che non prevede più il lockdown", ma chiusure localizzate

Fervono i lavori a Palazzo Chigi, dove i capi delegazione dei partiti hanno discusso fino a tarda notte con il premier Giuseppe Conte le nuove misure per contrastare la diffusione del Covid.

Con diecimila contagi in un giorno, la situazione preoccupa e si prepara un nuovo Dpcm. Conte è preoccupato per la seconda ondata e si è convinto che servano regole più dure, ma al tempo stesso proporzionate. Il premier vuole trovare “una strategia diversa, che non prevede più il lockdown”, ma chiusure localizzate.

Il coprifuoco alle 22 sostenuto dai ministri più intransigenti non convince del tutto Conte, per via del forte impatto economico della misura. E se pure nel governo si ipotizza un lockdown parziale nei week end, il premier cerca altre strade per limitare gli assembramenti. Restringere ancora gli orari di bar, locali e ristoranti e la vendita di alcolici dopo una certa ora, per contrastare la movida. E rendere obbligatorio lo smart working fino al 70 per cento per la pubblica amministrazione, così da alleggerire il trasporto pubblico locale che si sta rivelando ad altissimo rischio di contagio.

Un’altra misura probabile è la stretta sugli sport da contatto, di base e a livello agonistico, gestiti dalle società dilettantistiche, con l’alt ad allenamenti e partite come il calcetto e il basket, come già deciso da Fontana in Lombardia. Un sacrificio che consentirebbe di tenere aperte le scuole.

In discussione anche lo stop a piscine, palestre e circoli, la stretta su eventi e manifestazioni pubbliche, la serrata provvisoria dei negozi non essenziali e delle sale gioco.

Su una cosa tutti concordano ed è la necessità di tenere aperte le scuole. Alle superiori la possibilità di studiare da casa in digitale è già prevista e Lucia Azzolina è contraria a una misura generalizzata. La ministra dell’Istruzione si oppone all’ipotesi di mandare a casa classi intere dei licei, o di tornare alla didattica digitale per tutti. La mediazione possibile è lo scaglionamento degli orari di ingresso per diminuire l’affollamento sugli autobus. L’urgenza è evitare assembramenti per limitare il diffondersi del contagio.

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