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Giornata mondiale dell'alimentazone

Cibo, corpo e psiche: una cura integrata

Quanto è importante il cibo nella nostra vita e qual è l'impatto psichico che il nostro corpo vive con la percezione della propria immagine?

Il cibo, nostra primaria fonte di nutrimento, rappresenta un nemico per molte persone, senza distinzioni di età, sesso, razza. In Italia, i dati proposti dal Ministero della Salute nel 2018 evidenziano come sovrappeso, obesità, disordini alimentari (tra cui Anoressia, Bulimia, BED e Disturbi alimentari non altrimenti specificati) riguardano il 57% della popolazione italiana. Ciò significa che esiste più di una probabilità su due che una persona presenti un rapporto disfunzionale con cibo, peso e corpo.

Sicuramente i fattori sociali e culturali stanno giocando un ruolo significativo nello sviluppo esponenziale di queste problematiche: viviamo nell’epoca della “Diet culture”, la “Cultura della dieta”, che teme e combatte il grasso e che stimola nelle persone il desiderio di seguire una dieta per poter avvicinarsi a quell’ideale di bellezza tanto desiderato. Viviamo nell’epoca del Body Shaming che consiste nell’umiliare una persona, facendola vergognare per il suo aspetto fisico, qualunque esso sia.

In questo scenario, la sensazione generale che molti provano è quella di inadeguatezza, di non sentirsi, né vedersi “abbastanza”. Di conseguenza, cercare di curare le problematiche alimentari esclusivamente da un punto di vista nutrizionale appare insufficiente: modificando il corpo reale della persona, infatti, non modifico l’immagine che quella persona ha di sé, del proprio valore. Inoltre, somministrare una dieta, rinforza e favorisce lo sviluppo di comportamenti alimentari disfunzionali (Minnesota Starvation Experiment, 1950).

Il cibo, come dico spesso, rappresenta la punta di un iceberg: occorre scendere in profondità per vedere cosa si cela alla base di un sintomo alimentare e capire da dove partire. Per farlo, appare sempre più forte l’esigenza di avviare una collaborazione tra la figura del Nutrizionista e quella dello Psicologo-Psicoterapeuta.

Questo è ciò che mi ha spinta, da qualche mese, a concretizzare la mia collaborazione con Annalisa Terenzio, biologa nutrizionista e collega già da diversi anni. Con lei, ho aperto uno studio in centro Bergamo con l’intento di fornire una cura alla persona nella sua interezza e complessità.

Credo molto nel fatto che, accanto ad un’educazione alimentare, sia indispensabile lavorare sul comportamento alimentare, sui significati, sugli aspetti emotivi e relazionali che ogni esperienza alimentare porta con sé.

*Psicologa alimentare e psicoterapeuta

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