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L'opinione

Incolpare a priori la movida non farà rallentare la curva dei contagi

Da giorni sentiamo politici, giornalisti e virologi esprimersi in merito a delle nuove limitazioni da imporre a locali e bar come se questo potesse risolvere ogni problema legato al Covid in Italia, ma sappiamo che non è così

Solo nella giornata del 13 ottobre, i contagi in Italia sono stati 5.901, i morti 41 e i ricoveri in terapia intensiva sono aumentati del 13.72%. La situazione è dunque ancora gravissima e probabilmente siamo solo all’inizio di una seconda ondata che, esattamente come la prima, ci sta per cogliere in un clima di totale disorganizzazione e confusione, ma qualcosa continua a non cambiare: la colpa, a detta dei giornali, è sempre della movida.

Mettiamo le mani avanti: non è nostra intenzione difendere a spada tratta coloro che, incuranti delle regole e delle normative, violano deliberatamente le leggi creando assembramenti e mettendo a rischio la vita di tutti noi, ma crediamo comunque che, usando le parole di Vice, “quella dei giovani irresponsabili sia una narrazione semplicistica e di comodo”.

Nelle ultime settimane sono tornati di prepotenza nei palinsesti dei maggiori canali televisivi lunghi servizi sulla movida sconsiderata dei giovani menefreghisti che invece “ai miei tempi…”, su discoteche aperte sotto mentite spoglie, di ristoranti e su piazze piene di ragazzi che, senza mascherina, bevono indisturbati senza rispettare il distanziamento sociale.

È giusto che se ne parli come è giusto indignarsi e condannare con forza tale atteggiamento, ma siamo fortemente convinti che fermarsi a questo livello d’analisi sia tanto superficiale quanto dannoso.

Limitarsi a canalizzare la maggior parte delle attenzioni verso coloro che, stupidamente, creano assembramenti per divertirsi con gli amici quando contemporaneamente abbiamo: parlamentari, personaggi pubblici e segretari di partito che si rifiutano categoricamente di mettersi la mascherina (“Multa a chi indossa la mascherina senza necessità, solo i ladri nascondono il volto” – Vittorio Sgarbi), giornalisti dalla dubbia moralità che quotidianamente mettono in discussione il fatto che il Covid rappresenti ancora una minaccia per le persone, favorendo una narrazione distorta e pseudoscientifica per cui chi muore lo fa solo per via di gravi patologie pregresse e un’app per il contact tracing come Immuni che, benché rappresenti potenzialmente un mezzo efficacissimo per limitare la diffusione del virus, non viene utilizzata e i cui dati vengono spesso trascurati dalle ASL di tutta Italia con frasi tipo “Immuni? Non sappiamo cosa dobbiamo fare” (qui la testimonianza del consigliere regionale ligure Ferruccio Sansa: https://www.facebook.com/sansa.presidente/posts/154540559678117?__tn__=K-R) deve dare un’idea di quanto sia limitante circoscrivere il problema agli spritz in piazza o ai runner.

Sicuramente i giovani ci stanno mettendo del loro, ma non facciamo l’errore di far passare la noncuranza di pochi come l’abitudine di moltissimi, che ancora oggi rimangono chiusi in casa ed evitano di vedersi con amici e conoscenti, avendo cura di preservare la loro salute e quella di coloro a cui vogliono bene.

È comprensibile il motivo per cui incolpare i ragazzi sia il jolly della politica e della televisione italiana, capace in una sola mano di attirare tutto quel bacino d’utenza formato da anziani buongiornisti o più in generale da coloro che non hanno voglia di approfondire i reali motivi che ci hanno portato alla tragica situazione in cui siamo, ma continuare a farlo per mesi e mesi, trascurando deliberatamente le colpevoli mancanze politiche, comunicative e collettive probabilmente rappresenta un problema ben peggiore di un semplice Aperol in piazza.

“Posso togliermi la mascherina mentre parlo? Posso mentre parlo con una signora abbassarmi la mascherina? No?”.

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