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Harry Potter e i testi scolastici: tutte quelle somiglianze che vi siete persi

Ecco perché sarebbe uno di quei libri da studiare nelle scuole

Lo so, parlare di Harry Potter è banale.

Tutti lo conoscono; il popolo è schierato tra chi lo ritiene un passatempo per bambini -anche un po’ noioso- e chi invece si è tatuato il simbolo dei doni della morte sul polso.

La trama è notissima: un povero orfano, che ha da poche ore sconfitto Colui Che Non Dev’essere Nominato, viene lasciato da un uomo enorme a Privet Drive 4, a casa degli zii materni.

Gli zii non sono maghi, ma babbani, mentre Harry invece lo è. I parenti quindi lo trattano male, lo deridono e cercano fino all’ultimo di reprimere tutto ciò che di magico gravita attorno alla sua persona.

Il piano degli zii sembra funzionare, fino a quando, però, iniziano ad arrivare delle lettere che invitano l’ormai undicenne ad iscriversi alla Scuola di magia e di stregoneria di Hogwarts.

Harry, alla fine, aiutato ancora una volta da Hagrid, il gigante che l’aveva portato dagli zii, riesce ad arrivare ad Hogwarts.

Da quel momento la vita del giovane mago cambia per sempre: Incontra Ron ed Hermione; s’innamora; scopre fatti del suo passato che l’hanno portato fino a dov’è ora; perde legami importanti; ne crea di nuovi; combatte una guerra e rivede i suoi genitori.

Il resto è storia.

Riassumere sette libri in poche righe è difficilissimo, anche perché la Rowling è una vera amante dei dettagli e i suoi libri ne sono farciti. Non ha lasciato assolutamente niente al caso o in balìa dell’imprecisione; ha svolto una meticolosa raccolta di particolari e dopo averli mischiati per bene ha realizzato un capolavoro letterario.

Sì, io appartengo al gruppo di quelli che si tatuerebbero il segno dei doni della morte, quindi un po’ di parte lo sono, ma sono altrettanto sicura del fatto che Harry Potter sarebbe uno di quei libri che si dovrebbero studiare nelle scuole.

Prendiamo ad esempio il programma d’italiano di un qualsiasi liceo.

Durante il primo anno si studia epica e antologia, quindi, in altre parole, la triade Iliade-Odissea-Eneide; quei libri che raccontano la nascita della grecità e della latinità.

Perfetto! Nei libri di J.K. Rowling ci sono tantissimi riferimenti, nei nomi delle pozioni, dei personaggi e degli incantesimi, alla lingua greca e latina.

Prendiamo ad esempio Hermione Granger, l’inseparabile amica secchiona del maghetto. Il suo nome nella mitologia greca corrisponde alla figlia di Elena di Troia e del re di Sparta, Menelao. Ci sono poi Severus Piton, dal latino, appunto, severo e Albus Silente, in latino “bianco per l’età avanzata”.

Ed eccoci promossi in seconda superiore.

Ammettiamolo: l’epica cavalleresca è noiosa e ripetitiva: ci sono i cavalieri, c’è il cristianesimo sempre in mezzo, qualche guerra, principesse, eroi e, qualche volta, degli esseri mitologici.

Pronti? Harry Potter ha tutte le caratteristiche di un poema cavalleresco.

Nei libri troviamo Sir Cadogan, il cavaliere che abita nel quadro del settimo piano e la venerazione che i mangiamorte hanno verso Lord Voldemort è così profonda e viscerale da poter apparire un culto a tutti gli effetti, con tanto di riti e di sacrifici verso il signore oscuro.

Nei libri di Harry Potter ci sono ben due guerre: quella combattuta dalla generazione dei genitori e quella combattuta dai ragazzi.

Principesse vere e proprie non ce ne sono, è vero, ma non dimentichiamoci che Priscilla Corvonero, colei che ha fondato l’omonima casata, portava sulla testa un diadema, esattamente come quello delle protagoniste dei cartoni della Disney.

L’eroe indiscusso è Neville Paciock; colui che per tutta la saga vive nell’ombra, timido e impacciato e poi, alla fine, in una manciata di minuti conquista l’amore della sua vita, distrugge l’ultimo Horcrux e riesce anche a cantarle ai mangiamorte e a Voldemort.

Per la categoria “esseri mitologici” abbiamo tutti gli esempi che preferite: cani a tre teste, fenici, aracnidi enormi, troll, centauri e chi più ne ha più ne metta.

Arriviamo in terza superiore e troviamo la seconda triade della nostra carriera: dante-Petrarca-Boccaccio.

Li sostituiamo prontamente. Dante ha scritto di un viaggio che ha compiuto per incontrare Dio e sè stesso. Perfetto. Harry Potter ha iniziato un viaggio emotivo durato sette anni che gli ha fatto conoscere non solo sé stesso, ma anche quello che era e, allo stesso tempo, ha fatto un viaggio fisico: su e giù per scogliere, montagne e passaggi segreti alla ricerca di tutti gli horcrux per liberarsi dal male di Voldemort. Un po’ come Dante che ha compiuto il suo viaggio per liberarsi dal male umano per aspirare al bene divino.

Di locus amenus (luoghi di pieno contatto tra uomo e natura, che non esistono per forza, ma in cui l’uomo riesce a ritrovare la connessione con ciò che Dio ha creato) presenti nelle poesie di Petrarca, in Harry Potter se ne trovano a bizzeffe proprio perché vi è, in generale, un’ambientazione rurale e naturale.

E, infine, per citare anche il buon vecchio Boccaccio che ha tanto parlato di amicizia nel Decameron, possiamo dire che le storie di amicizia che si legano nel racconto sono davvero eccezionali. Sono legami veri, umani; legami che servirebbero nella vita di chiunque.

In quarta superiore si passa ad Alessandro Manzoni e, ancora una volta, la storia la sapete tutti: renzo e Lucia si vogliono sposare, ma don Rodrigo non vuole. È una storia d’amore e di critica politico-sociale.

Harry Potter si basa sull’amore: sull’amore dei genitori verso i figli e viceversa, sull’amore fraterno, sull’amore adolescenziale, sugli amori sbagliati e quelli non corrisposti, sugli amori obbligati e sugli amori sognati.

In quinta superiore cosa si studia? Il Novecento. Sapete quando la Rowling ha scritto Harry Potter? Negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso e la pubblicazione è iniziata nel 1997.

Direi che possiamo cambiare il programma di italiano.

Ovviamente questo è un articolo ironico: la letteratura studiata a scuola è fondamentale e anche parecchio interessante, bisogna ammetterlo. Sarebbe da folli proporre seriamente di sostituire cinque anni di cultura e di storia con la saga di Harry Potter.

D’altra parte, è anche vero che questa saga porta alla luce tantissimi temi che vanno oltre la storia in sé. Si parla di vita, di morte, di amicizia, di tradimenti, di fiducia, di coraggio e di codardia. È una saga di libri a trecentosessanta gradi.

Di Harry Potter si potrebbe parlare per ore analizzandone le critiche femministe che gli sono state mosse, la risposta sociale che i lettori hanno dato ai libri soffermandosi, per esempio, sul fatto che i fan della saga dormivano fuori dalle librerie pur di aggiudicarsi una copia del libro. Oppure, ancora, ci si potrebbe chiedere come mai dopo tutti questi anni c’è ancora chi porta nel cuore Harry Potter e le sue storie, ma a questa domanda un vero fan sa cosa rispondere.

Dopo tutto questo tempo?

Sempre.

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